Ciclismo

Vincono sempre i super favoriti. Il ciclismo dei soliti volti noti: spettacolo o monotonia?

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Il mondo è bello perché è vario, recita uno dei detti popolari più noto al mondo. Il ciclismo non si sta però rivelando così multiforme e capace di regalare copioni differenti a seconda delle gare che si disputano. Ormai sembra che si sia entrati in un panorama caratterizzato da un cristallizzato pronostico della vigilia che puntualmente si conferma in gara.

Le Classiche Monumento di questa primavera sono state l’espressione massima di un canovaccio delineato: la Milano-Sanremo è stata vinta da Mathieu van der Poel con un superbo attacco sul Poggio, il Giro delle Fiandre è stato dominato da Tadej Pogacar, la Parigi-Roubaix ha portato la firma ancora di van der Poel con un forcing sul Carrefour de l’Arbre, la Liegi-Bastogne-Liegi è stata il terreno di caccia ideale per il bis di Remco Evenepoel con una rasoiata nei pressi dello scollinamento della Redoute. Aggiungiamoci che Pogacar ha vinto anche Amstel Gold Race e la Freccia Vallone. Agli altri attori (non) protagonisti sono rimaste soltanto le briciole.

In gruppo il morale non è di certo dei migliori: tanti partenti sono già sicuri di non potersi giocare le proprie carte vista la superiorità dei soliti volti noti. Sono gli idoli del ciclismo attuale, sono i fuoriclasse del pedale contemporaneo, sono delle stelle assolute capaci anche di imporsi nelle grandi corse a tappe (Evenepoel ha vinto l’ultima Vuelta di Spagna, Pogacar ha trionfato in due Tour de France e lo scorso anno fu secondo alle spalle di Jonas Vingegaard). Il quesito sorge allora spontaneo: questo ciclismo è puramente spettacolare o è frutto di una monotonia, che cancella l’imprevedibilità e a lungo andare stanca lo spettatore medio?

Lo spettacolo nasce dal fatto che i tenori sono soliti inventarsi azioni da lontano, mantenendo medie elevatissime, sciorinando VAM imperiali e prodigandosi in gesta agonisticamente rimarchevoli. Il “problema” è che vincono davvero i soliti noti, tra l’altro Evenepoel era reduce dal sigillo all’UAE Tour e Pogacar aveva primeggiato alla Parigi-Nizza (bravo Roglic a ritagliarsi spazio tra Volta Catalunya e Tirreno-Adriatico). Si viaggia tra attesi duelli, come sono stati quello tra van der Poel e Wout Aert nell’Inferno del Nord (prima che il belga forasse) e quello sul Poggio tra l’olandese e gli altri soliti fenomeni (con il nostro Filippo Ganna a inserirsi nella lotta), o quello saltato oggi tra Evenepoel e Pogacar (lo sloveno è caduto dopo 85 km e si è ritirato). Siamo sicuri che può bastare agli amanti del ciclismo e soprattutto a nuovi possibili adepti? In attesa del Giro d’Italia, con ancora Evenepoel (tra l’altro Campione del Mondo) e Roglic in prima fila.

Foto: Lapresse

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