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WEC, Toyota resta l’auto da battere. Ferrari leader degli inseguitori

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Sono tanti gli spunti che ci hanno dato la 1000 Miles of Sebring e la 6h di Portimao, primo e secondo appuntamento del FIA World Endurance Championship 2023. Una nuova era del Mondiale riservato alle GT ed ai prototipi è iniziata, Toyota resta la vettura da battere.

Kamui Kobayashi/José Maria Lopez/Mike Conway #7 e Ryo Hirakawa/Sébastien Buemi/Brendon Hartley #8 si sono spartiti i successi tra il North America ed i saliscendi portoghesi, due significative prove di forza. Gestione perfetta della prova in entrambe le situazioni, un margine rassicurante sulla concorrenza che è alla prova con delle vetture tutte da scoprire. L’esperienza accumulata negli ultimi anni è stata sicuramente cruciale, l’aggiornamento invernale portato sulla GR010 Hybrid ha corretto alcune aree critiche che avevamo evidenziato nel 2021 e nel 2022.

Toyota è quindi imbattibile? La risposta è difficile da sviluppare, sicuramente anche per gli asiatici ci sono ancora tante incognite che su una sfida di durata possono emergere. Quanto accaduto ieri per la vettura #7 è sicuramente indicativo, l’equipaggio capitanato da Kobayashi ha dovuto fermarsi per la sostituzione dell’albero della trasmissione su richiesta della FIA.

WEC, 6 ore Portimao: Toyota #8 torna al successo, 2° posto per Ferrari #50

Ferrari guida il gruppo degli inseguitori, la Rossa ha raccolto differenti dati completando entrambe le competizioni a podio con Nicklas Nielsen/Miguel Molina/Antonio Fuoco #50. La 499P non ha ancora giocato tutte le proprie carte, i margini di miglioramento sono evidenti per un prototipo che ha compiuto negli ultimi mesi un lavoro incredibile in vista dell’esordio di Sebring. Due podi sono un punto di partenza significativo e non scontato, la concorrenza è infatti più che mai agguerrita nel FIA WEC 2023.

All’inseguimento della Toyota c’è anche la Cadillac e la Porsche, leggermente inferiori al momento alla Ferrari. Gli americani possono vantare il primato di non aver avuto rotture dai primi due eventi, Earl Bamber/ Alex Lynn /Richard Westbrook sono stati in grado di disputare delle discrete prove in due impianti completamente differenti. Per gli General Motors il cammino verso Le Mans è appena iniziato, una base in Germania sarà il nuovo ‘campo base’ per tutti gli appuntamenti in Europa. Ricordiamo che a Spa-Francorchamps vedremo tra due settimane una seconda Cadillac, una terza raggiungerà il gruppo a Le Mans. 

Le due auto in questione arrivano direttamente dall’America e dell’IMSA WeatherTech SportsCar Championship, principale campionato statunitense riservato alle GT ed ai prototipi che come classe regina ammette le medesime auto che militano in Europa. Al momento solo Cadillac e Porsche sono impegnate in questa realtà, i marchi citati hanno primeggiato rispettivamente nella 12h di Sebring e tra i muretti di Long Beach.

I progetti sono molto solidi, la vera performance verrà mostrata solamente a giugno in occasione del centenario della 24h Le Mans. Cadillac è attesa ad un test significativo a Spa, una gara importante anche per Porsche. I tedeschi, oltre ad avere per la prima volta una vettura privata nello schieramento con i colori di Hertz JOTA, hanno registrato un prezioso podio nella giornata di ieri, un risultato incoraggiante in vista delle prossime uscite.  L’IMSA è un palcoscenico differente dal FIA WEC, ma in entrambi i casi è possibile affermare la qualità delle due LMDh citate che da qui all’epilogo del Bahrain hanno la possibilità per contendersi un risultato significativo.

Ultimo capitolo, ma non meno importante, riguarda Peugeot Sport. I francesi hanno sofferto a Sebring, ma si sono ripresi a Portimao. Il passo non è ovviamente quello dei migliori, ma per la prima volta in cinque gare la 9X8 ha saputo completare un evento lineare con Paul Di Resta/Mikkel Jensen/Jean-Éric Vergne #94. Il Belgio attende ora le due particolari vetture transalpine, una nuova interessante avventura in vista della centesima edizione della competizione automobilistica più importante dell’anno.

Foto. LPS

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