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Abbes Mouhiidine il n.1, ma questa boxe non è credibile. Giusto uscire dai Giochi

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Aziz Abbes Mouhiidine

Non ci stupisce che Aziz Abbes Mouhiidine torni ancora una volta a casa con un argento dai Mondiali di boxe. Si tratta di un risultato senza valore, a cui non dare il minimo peso, perché parliamo di uno sport che ha perso (da tempo) anche il minimo barlume di credibilità. Oggi è stato eletto campione del mondo un pugile che tutti, giudici compresi, sanno non essere il migliore.

Gli addetti ai lavori sono consapevoli di come Mouhiidine non solo sia il migliore tra i pesi massimi, ma probabilmente va considerato il n.1 in assoluto pound for pound a livello dilettantistico. Ha un talento straordinario, a cui ha abbinato negli anni una forza fisica importante. Insomma, ha tutto per spiccare il volo tra i professionisti, ovvero laddove quasi sempre i risultati rispecchiano i reali valori del ring (poi può capitare anche lì il verdetto discusso, ma è l’eccezione, non la regola).

Nella farsa (non possiamo chiamarla in altro modo) contro Gadzhimagomedov, Aziz ha dimostrato la sua superiorità: il mondo intero ha assistito ad uno scempio inaccettabile e persino il pubblico locale ha fischiato sonoramente lo sconcertante verdetto dei giudici. A nostro avviso il campano si è aggiudicato tutte e tre le riprese. La prima è stata la più equilibrata, ma i colpi più puliti e nitidi li ha messi a segno l’azzurro: non per tre giudici…Nella seconda la superiorità dell’italiano è apparsa ancora più marcata, tanto da mettere d’accordo (incredibilmente) quasi tutti i giudici (chissà uno di loro però cosa aveva visto…). In un mondo ideale, dove la sportività prevale su altri biechi interessi, la contesa sarebbe già stata conclusa dopo i primi due round. Invece la finale era ancora in quasi perfetta parità e diventava così decisiva la terza ed ultima frazione. Qui Mouhiidine dava assolutamente spettacolo, andando a segno ripetutamente, peraltro anche con un paio di colpi di pregevolissima fattura. E il russo? Legava, abbassava la testa, si dimenava e colpiva alla nuca. Pugilisticamente un abisso di differenza tra i due: da una parte un prospetto di caratura mondiale nel professionismo, dall’altro un atleta con prospettive limitate al di fuori del giardino appassito dell’IBA. Non vi erano dubbi su chi avesse vinto il terzo round e l’incontro. Eppure i giudici, dopo essere andati persino a rivedere alcune immagini del match, hanno decretato il verdetto purtroppo ampiamente previsto.

Prima di esprimere il nostro parere, riportiamo di seguito le dichiarazioni del presidente della Federazione Italiana, Flavio Ambrosi: “Per Abbes si tratta del secondo argento mondiale consecutivo dopo quello ottenuto nel 2021 a Belgrado. Dopo Irma Testa e Sirine Charaabi è la volta di Aziz Abbes Mouhiidine che ha vinto una splendida medaglia d’argento, laureandosi vice campione del mondo. Il movimento pugilistico italiano torna ad essere ai vertici del palcoscenico internazionale. I successi delle Nazionali Azzurre si rincorrono uno dietro l’altro, riportando l’Italia pugilistica tra i Paesi che giganteggiano nella nobile arte. Non siamo da meno nel circuito Pro dove l’Italia ha consolidato la sua posizione di vertice a livello europeo con i tanti titoli continentali conquistati in questo quadriennio. Peraltro, diversi pugili italiani si avvicinano a grandi passi nei vari ranking delle liste internazionali, a diventare sfidanti al titolo mondiale che spero possa essere preda, entro la fine di questo quadriennio, di uno dei nostri pugili. Tuttavia, non posso non esprimere il mio forte disappunto sul verdetto che ha riguardato la finale disputata da Abbes. Già lo spostamento della programmata finalissima dei 92 kg., da sabato a domenica, con un giorno di recupero in più per l’avversario che aveva subito una dura semifinale, era apparsa come una sorta di stampella! Non è stato sufficiente. Il delitto andava perpetrato fino in fondo. Il verdetto della finale è stato, a parere di tanti addetti ai lavori tra i quali il sottoscritto, assolutamente non in linea con l’andamento del match che ha visto dominare, dall’inizio alla fine, il nostro pugile Azzurro. I valori dello sport ed il rispetto degli atleti richiederebbero serietà. Forse è giunto il momento che questa Federazione ed il movimento pugilistico italiano traggano le giuste conclusioni su questo operato. Siamo stanchi di continui ribaltamenti di verdetti e siamo stanchi del mancato rispetto delle fatiche dei nostri atleti. Adesso però è il momento di pensare alle prossime qualifiche olimpiche ed al nuovo progetto di definitivo rilancio del movimento Pro. Siamo fortunati, le qualifiche ai Giochi olimpici 2024 verranno gestite dal CIO”. 

Ha ancora senso parlare di sport quando, pur essendo il n.1 universalmente riconosciuto, sai già che non puoi vincere perché non ti faranno vincere? Il medagliere dei Mondiali parla chiaro: il blocco dell’ex-Unione Sovietica si è spartito di fatto quasi tutti gli ori! 5 titoli ai padroni di casa dell’Uzbekistan (improvvisamente sono diventati i veri maestri del pugilato, bravi…cos’altro dire???), 4 al Kazakistan, 2 alla Russia. Agli altri le briciole, se pensiamo che questa egemonia è stata spezzata solo da Cuba e Francia con un oro a testa. Da troppo tempo si ha la sensazione (o la certezza) che i verdetti siano già scritti ancora prima di salire sul ring, forse già dal momento in cui vengono stilati i tabelloni. Quando il presidente Ambrosi spiega che ai Giochi Europei (che assegneranno i primi pass per Parigi 2024) le giurie saranno gestite dal CIO, non lo fa per caso.

Aziz Abbes Mouhiidine è un campione vero, un vanto per lo sport italiano. Non ha nulla di meno di due fuoriclasse come Roberto Cammarelle e Clemente Russo, di cui è un degnissimo erede. Eppure non ha ancora vinto un Mondiale, di certo non per colpa sua. Anzi, probabilmente non lo vincerà mai, perché dal 2025 dovrebbe iniziare la sua avventura nel mondo dei professionisti. Il fatto che a questi Mondiali non fossero presenti diverse nazioni, su tutte USA e Gran Bretagna, la dice lunga e fa comprendere molte cose. Il boicottaggio non è avvenuto solo per il ‘bentornato’ dato dall’IBA a russi e bielorussi, ma ha rappresentato anche una perentoria presa di distanza da un contesto ormai marcio, che oggi non ha più alcun motivo di esistere a livello olimpico ed è giustamente stato escluso da Los Angeles 2028. Si vocifera che gli americani, per salvare il pugilato, stiano pensando ad una Federazione Internazionale alternativa che prenda il posto dell’IBA e che possa riorganizzare questo sport per garantirne la presenza ai Giochi del 2028. Staremo a vedere. Di sicuro la boxe dilettantistica attuale non è più attendibile, generando risultati fallaci e senza alcuna credibilità. Mouhiidine resta il n.1 della categoria, gli auguriamo di abbandonare al più presto la palude dell’IBA e dimostrare finalmente tra i professionisti tutto il proprio sterminato valore. Oggi, ancora una volta, il mondo intero ha assistito ad uno spettacolo indegno e persino patetico. Questa non è più boxe, ma un triste teatrino di cui le Olimpiadi devono giustamente fare a meno.

Foto: Federpugilato

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