Atletica
Atletica, Manuela Levorato: “Ho voluto lasciare una traccia. La ferita di Sydney spezzò un sogno”
Ferdinando Savarese, conduttore della trasmissione Sprint2U, appuntamento settimanale in onda su Sport2U, la web tv di OA Sport, ha avuto come ospite la primatista italiana dei 100 metri piani femminili, Manuela Levorato. Ecco i passaggi principali dell’intervista.
L’ex velocista azzurra ha scritto un libro per raccontare la sua carriera: “Si intitola ‘La corsa, le mie ali’, ma quello di scrittrice è un un ruolo che non sento mio del tutto. Sono stata aiutata da una mia carissima amica, la coautrice, che si chiama Silvia Miazzo. Oltre che psicologa e coach life è una cara amica, senza di lei non avrei mai potuto portarlo a termine perché scrivere un libro è veramente difficile, cioè rendere le azioni, le storie, su carta è davvero una cosa molto complessa“.
Le motivazioni che l’hanno portata a scrivere: “È una domanda che chiunque ha scritto un libro vorrebbe sentirsi porre perché non ho mai pensato che fossero così interessanti alla fin fine questi vent’anni e passa di carriera professionistica, ma era importante lasciare una traccia su questa ragazzina che inizia veramente in maniera molto casuale, in età molto tardiva a fare atletica leggera, su questi sogni a cui non credeva nessuno e sul percorso scolastico molto difficile. Nessuno in verità credeva che questa ragazzina cresciuta in provincia, in una piccola frazione, potesse poi veramente realizzare questi sogni. Ecco, volevo lasciare traccia di questa grande speranza: il talento sì, ma la volontà è quella che è determinante“.
Iniziare tardi non le ha precluso grandi risultati: “Rispetto a tanti altri sport, mi vengono in mente il nuoto, la ginnastica artistica, dove bisogna fin da piccoli già macinare allenamenti importanti e risultati, nell’atletica davvero invece la maturazione si ha dai vent’anni in poi“.
Un infortunio però non le permise di partecipare a Sydney 2000: “Le Olimpiadi di Sydney erano le mie Olimpiadi e questo piede insomma che comincia a star male già a Brisbane nel preraduno, e su un piede che si è maciullato anche un mio grande sogno. Però appunto, come scrivo nel libro, da questi traumi, perché si può chiamare trauma un fatto del genere, l’atleta riesce a trovare delle forze nuove, delle forze interiori che neanche sospettava“.
La rinascita dopo lo stop: “Io da quella ferita, possiamo anche dire mai rimarginata, ho costruito poi questo record, che incredibilmente dura veramente da tanto, e le medaglie degli Europei. Dunque sicuramente quello è l’episodio più difficile, e poi ho anche una caterva di infortuni, però posso dire che, adesso che osservo tutto quel periodo da lontano, capisco anche che fa parte del gioco, e tutto sommato in ogni caso sono stata lo stesso una persona molto privilegiata ad avere potuto fare quel lavoro“.
Il racconto dell’infortunio: “Noi eravamo lì già da tre settimane prima. E lì avevo cominciato a sentire un po’
di scricchiolii al cuboide, che è la parte centrale della caviglia, e da lì sempre di più. Un uso diciamo forse errato della pista nuova, che avevano appena colato lì, personali su personali, forse bisognava fermarsi un po’prima, e così è andata“.
Tanti infortuni in carriera: “Ho fatto poker, ho fatto quattro operazioni al tendine d’Achille in Finlandia, e che col senno di poi neanche più rifarei perché non sono servite, anzi avevano creato una serie di cicatrici che non mi permettevano neanche di camminare molto bene. Poi in un paio d’anni sono riuscita a toglierle con il buon dottor Vittorino Testa e tanta fibrolisi molto dolorosa“.
Sulla scelta di ritirarsi: “Ho iniziato a 17 anni, era giusto che io portassi in là anche la mia carriera, dunque a 37, e ho smesso perché poi il mio corpo mi ha detto basta. Una sorta di mezzo attacco di panico durante il riscaldamento: ho capito proprio che bisognava mettere un punto e subito dopo, per fortuna, ho avuto questa bella doppia sorpresa dei gemelli. Non ho avuto tempo di annoiarmi o dire ‘Che peccato, la mia carriera è finita’ “.
L’INTERVISTA VIDEO A MANUELA LEVORATO
Foto: LaPresse