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Boxe, Aziz Abbes Mouhiidine argento ai Mondiali: il verdetto della giuria lascia perplessi

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Aziz Abbes Mouhiidine

Aziz Abbes Mouhiidine si è dovuto accontentare della medaglia d’argento ai Mondiali 2023 di boxe. Il pugile italiano ha combattuto come un leone sul ring di Tashkent (Uzbekistan) e ha dato vita a una spettacolare Finale della categoria fino a 92 kg contro Muslim Gadzhimagomedov, arrendendosi però per split decision al cospetto del colosso russo. Il campano ha fronteggiato a viso aperto il Campione del Mondo 2019 e argento alle Olimpiadi di Tokyo 2020, il confronto è stato decisamente equilibrato e avvincente, ma il verdetto non ha premiato il nostro portacolori.

Un esito che lascia parecchie perplessità. Il nostro portacolori avrebbe potuto tranquillamente meritare la vittoria e avrebbe potuto riportare in Italia il titolo iridato dei pesi massimi a dieci anni di distanza dall’impresa di Clemente Russo, invece è salito sul secondo gradino del podio come fece nel 2021 quando perse in maniera altrettanto discutibile l’atto conclusivo contro il cubano La Cruz Peraza. Il Campione d’Europa si mette al collo il secondo argento della carriera, tra un mese lo rivedremo sul ring per gli European Games che assegneranno i primi pass per le Olimpiadi di Parigi 2024.

Aziz Abbes Mouhiidine ha fatto chiaramente capire di poter puntare al titolo a cinque cerchi, a patto che davvero le giurie manifestino la massima onestà e trasparenza, senza lasciarsi condizionare da aspetti esterni al palcoscenico sportivo. Proprio su questo punto bisogna riflettere perché la boxe dilettantistica sta progressivamente e inesorabilmente perdendo di credibilità: incontri dall’esito lampante che invece prendono altre vie, match combattuti ed equilibrati che non vengono quasi mai assegnati alla parte “politicamente” più debole (come quello odierno, senza nascondersi più di tanto).

LA CRONACA DEL MATCH

Aziz Abbes Mouhiidine è partito in maniera pimpante e ha cercato di prendere il controllo del ring, facendo leva sul suo proverbiale gioco di gambe e su una agilità sempre rimarchevole. Gadzhimagomedov ha replicato con la potenza dei suoi colpi, ma spesso ha mancato il bersaglio. L’azzurro riusciva a essere preciso con il suo destro, ma allo stesso tempo il russo replicava con delle interessanti combinazioni, colpendo con precisione il volto del nostro portacolori. Una split decision (3-2) determina il primo round, mentre nella seconda ripresa Aziz viene premiato (4-1) in virtù di un ritmo decisamente più elevato rispetto ai tre minuti precedenti e a una qualità di colpi degna di nota, ma anche a qualche schivata pregevole che ha fatto la differenza.

Si entra nell’ultima frazione in una situazione complicata: l’italiano è avanti in due cartellini (20-18), il russo in uno (20-18), gli altri due sono in parità. La lotta è intensissima nel finale, Mouhiidine è più aggressivo e incisivo, ma il russo replica con prontezza anche se in maniera tutt’altro che limpida. Un montante di Aziz si fa apprezzare, ma il suo avversario si fa sentire nel corpo a corpo. Entrambi esultano al suono del gong, oggettivamente il match è stato equilibrato e incerto: arriva la dolorosa split decision che incorona Gadzhimagomedov per la seconda volta in carriera e costringe l’azzurro ad accontentarsi del secondo argento.

Foto: FPI

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