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F1, Ferrari proclami di guerra: “Ci giochiamo pole e vittoria!”. Poi il naufragio. Dove si sbaglia? Il problema, forse, sta a monte…

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Charles Leclerc

“Cuiusvis hominis est errare: nullius nisi insipientis, in errore perseverare” diceva Cicerone nelle Filippiche. Nell’idioma dei giorni nostri, verrebbe tradotto in “L’errore è comune agli uomini, ma solo gli insipienti perseverano”. Già, per Ferrari a questo punto si deve giocoforza parlare di insipienza, perché non si spiega altrimenti una china di questo tipo.

“Abbiamo preparato Monaco nei minimi dettagli, da inizio stagione siamo sempre stati in grado di lottare per la pole position e se riesci a scattare dalla prima fila a Montecarlo ti aspetti di poter lottare per la vittoria. Di sicuro per noi è una buona opportunità”. Parole e musica di Frederic Vasseur alla vigilia del weekend del Principato. Per fortuna che è stato tutto preparato nei minimi dettagli ed era una buona opportunità, chissà cosa sarebbe successo se si fosse preso sottogamba l’evento.

La Scuderia di Maranello riparte dalla città-stato con un bilancio striminzito. Sesto Charles Leclerc, ottavo Carlos Sainz. Poca roba, anzi pochissima. Sostanzialmente, il Cavallino Rampante è rimasto a bocca asciutta. La dinamica più eclatante è rappresentata dal fatto che a questo giro non si è tenuto un basso profilo nell’avvicinarsi al fine settimana, bensì si era alzata la cresta, generando aspettative elevate. Il podio, in tal senso, appariva il minimo sindacale per essere soddisfatti. Invece, per l’ennesima volta, la Scuderia più vincente di tutti i tempi riparte con le pive nel sacco.

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Dove si sbaglia? Galleria del vento inefficace? Strategie discutibili? Aggiornamenti che non funzionano? A Monaco sul banco degli imputati finiscono i piloti, senza se e senza ma. Leclerc è stato impallinato da un’evitabilissima penalità in qualifica, che ha giocoforza condizionato in negativo la sua performance domenicale. Sainz ne ha, come al solito, combinate di tutti i colori ritrovandosi finanche alle spalle del compagno di squadra. Vero poi che il muretto non è stato rapidissimo a richiamare i propri uomini quando ha cominciato a piovere seriamente, ma ormai ci siamo abituati e stavolta questa pecca finisce quasi in secondo piano rispetto agli svarioni di chi ha per le mani la SF-23.

A parte questo, dove sbaglia la Ferrari? Nella comunicazione. Monaco 2023 non ha raggiunto il livello dell’Ungheria 2022, verosimilmente ineguagliabile (“vogliamo fare doppietta sia in qualifica che in gara”, salvo poi manco finire sul podio). Se non vinci una gara che sia una da quasi un anno, forse sarebbe il caso di evitare proclami roboanti. C’è solo da perderci, o no?

Si cominci da qui, da quella consapevolezza dei propri limiti che sembrava essere stata acquisita a Baku, dove non a caso è arrivato il miglior risultato del 2023. Invece, dopo l’Azerbaigian, si è riscaduti nei vecchi sbagli. L’errore è dell’uomo, ma la reiterazione dello stesso è dell’insipiente. Forse è questo il grosso problema a monte?

Foto: La Presse

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