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F1, il paradosso Red Bull – Alpha Tauri. Il miglior inizio di sempre per la Casa madre coincide con il peggiore per la squadra satellite!

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Yuki Tsunoda

Sappiamo bene come la Formula Uno attuale sia anestetizzata dalla supremazia della Red Bull. Peraltro, andando oltre uno sguardo superficiale, ci si renderà conto di come quanto sta accadendo in questo 2023 sia più eclatante di quanto appaia in prima istanza. Sia per quanto riguarda il Drink Team in sé, sia riferendoci all’intero apparato della multinazionale austriaca in Formula Uno, ovvero la squadra satellite Alpha Tauri.

Andiamo però con ordine. Red Bull ha ottenuto 5 vittorie, con tanto di 4 doppiette, nelle prime cinque gare stagionali. Non solo, ha marcato 224 punti su 235 a disposizione (95,3%). L’assuefazione alle egemonie Mercedes ha forse fatto passare sottotraccia come mai, nelle diciotto precedenti stagioni, la struttura di base a Milton Keynes sia partita così bene. Il miglior inizio di sempre era quello del 2011, quando nei cinque GP inaugurali arrivarono 4 successi e una doppietta, con 185 punti su 215 (86%).

Insomma, il Drink Team sta realizzando qualcosa di inedito, superiore a quanto compiuto in diciannove anni di esistenza. A questa poderosa dimostrazione di forza fa, però, da contraltare il rendimento della “squadra B”.  Se Red Bull sta vivendo il miglior inizio d’anno di sempre, Alpha Tauri viceversa non è mai partita così male! A oggi, la struttura satellite ha raccolto la miseria di 2 punti, figli di due decimi posti, centrati da Yuki Tsunoda a Melbourne e Baku.

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Da quando è stato introdotto l’attuale sistema di punteggio, mai il bilancio era stato così scarno. Il peggior bottino dopo cinque gare era rappresentato dai 3 punti del 2010. Vero, inoltre, che nel 2006 e 2007 la Toro Rosso rimase a lungo a secco; cionondimeno, all’epoca i punti erano conferiti ai primi otto e in ambedue gli anni Scott Speed chiuse una delle cinque gare inaugurali in nona posizione.

Senza dubbio una situazione paradossale, considerando come il know-how sia il medesimo. Figlia, probabilmente, del fatto che il vivaio di piloti Red Bull si sia decisamente inaridito rispetto al passato e stia finanche venendo trascurato. Dopotutto, nel 2015 i piloti Toro Rosso erano Max Verstappen e Carlos Sainz! Francamente, Tsunoda non sembra in grado di spostare gli equilibri, mentre Nick De Vries è una mera soluzione di ripiego (non proviene neppure dalla cantera del Drink Team) dopo il passaggio di Pierre Gasly all’Alpine. Si è passati dalla sovrabbondanza, con uomini di valore costretti a “emigrare”, alla penuria. Non a caso, l’olandese sarebbe già in discussione, minacciato da un ritorno in azione del figliol prodigo Daniel Ricciardo.

Alpha Tauri resta una squadra italiana, non bisogna ricordarselo solo quando arrivano risultati eclatanti. La base è a Faenza, dove è nata “mamma Minardi” prima di tramutarsi nella realtà attuale. Domenica la gara di Imola sarà in tutto e per tutto quella di casa per un team in piena transizione anche sul piano gestionale. L’augurio è che, a pochi chilometri dalla propria sede, il satellite Red Bull possa festeggiare un piazzamento di rilievo, dando anche un segnale di forza in un momento particolarmente difficile per la zona geografica dove il team è stanziato.

Foto: La Presse

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