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Ciclismo
Giro d’Italia 2023, arrivano le tre frazioni decisive! Val di Zoldo, Tre Cime di Lavaredo e Monte Lussari: pendenze da brividi
Ormai ci siamo: il Giro d’Italia 2023 è entrato nella sua fase decisiva. Dopo l’arrivo in volata di Caorle nel quale si è imposto Alberto Dainese, per i big è tempo di tornare a pensare alla salita. Una Corsa Rosa che non è decollata per due settimane a causa dell’attendismo degli uomini di classifica, ma adesso non ci si potrà più nascondere di fronte a salite che presenteranno pendenze da brividi.
Già a partire da domani ci sarà una tappa piuttosto impegnativa: la diciottesima sarà una frazione piuttosto ostica con il Passo della Crosetta (11,6 km al 7,1% di pendenza media) da affrontare dopo pochi chilometri e un finale decisamente intenso con Forcella Cibiana (9,6 km al 7,8% e picchi al 15%), soprattutto il Coi (5,8 km al 9,7% e punte al 19%) e Val di Zoldo (2,7 km al 6,4% con punte al 10%), salite racchiuse negli ultimi 35 chilometri di tappa.
La tappa regina sarà venerdì, con una frazione che prevede l’arrivo alle Tre Cime di Lavaredo (7,2 km al 7,6% e picchi al 18%). Non solo la storica salita delle Tre Cime che vide trionfare Nibali sotto la neve nel 2013: prima verranno affrontati Passo Campolongo (3,9 km al 7%), Passo Valparola (14,1 km al 5,6%), Passo Tre Croci (7,9 km al 7,2%), ma soprattutto il Passo Giau (9,9 km al 9,3% e punte al 14%), salita iconica nella storia del Giro d’Italia e della Maratona delle Dolomiti, la principale granfondo per cicloamatori che si disputa nella prima domenica di luglio.
Sabato ci sarà inevitabilmente la resa dei conti, con la cronoscalata al Monte Lussari: salita da 7,3 km al 12,1% di pendenza media e punte addirittura al 22%. Non solo la salita, ma un tratto di pianura a partire da Tarvisio che lo precederà che sarà da veri cronoman. L’ultima asperità prima della passerella di domenica a Roma, ma queste tre tappe decideranno definitivamente la classifica generale e sveleranno quali saranno le gerarchie di questa 106a edizione della Corsa Rosa.
Foto: Lapresse
