Ciclismo
Giro d’Italia 2023: Caruso non delude, Milan e Bais protagonisti nella prima settimana
Il primo giorno di riposo in questo Giro d’Italia segnala inequivocabilmente la fine della prima settimana. Si chiude dunque quella fase della Corsa Rosa che, oltre a regalare spettacolo in corsa e fuori, ci aiuta sempre ad avere indicazioni sul prosieguo della gara, lasciando però aperte ancora tutte le possibilità. I colpi di scena e le emozioni certo non sono mancate, alcune anche regalate dai corridori italiani. Andiamo dunque ad analizzare come si sono comportati i corridori “di casa” nelle prime nove frazioni del Giro 2023.
Partiamo nella nostra carrellata da Damiano Caruso, unica certezza azzurra per la classifica. Il siciliano arrivava a questo Giro con alle spalle un’ottimo Giro di Romandia, ma anche una serie di punti interrogativi, dovuti soprattutto all’inevitabile scorrere degli anni (ad ottobre compirà 36 anni) ed alla formazione della Bahrain, che vedeva in Jack Haig e Santiago Buitrago altri due possibili capitani. Dopo una cronometro d’apertura opaca però, Caruso ha stabilito fortemente quali siano le gerarchie nel team, dimostrando giorno dopo giorno come una classifica di alto livello sia possibile. Dopo l’ottima prova contro il tempo di ieri, il ragusano è 7° e vede piuttosto da vicino la top5. Sognare il podio non è utopia.
Alle spalle del corridore della Bahrain c’è però sostanzialmente il vuoto per l’Italia in chiave classifica. La situazione in questo Giro d’Italia restituisce in maniera piuttosto accurata quello che sta avvenendo in questi anni nel nostro movimento. La classifica parla chiaro: il secondo tra gli italiani è il 40enne, incerottatissimo, Domenico Pozzovivo, corridore che ad inizio anno rischiava di rimanere senza squadra. Sulle dure salite la sua posizione potrà anche migliorare ed il suo Giro sarà comunque positivo, ma difficilmente sarà grande protagonista. Lorenzo Fortunato è invece 27°, con un ritardo di 10’41”, accumulato soprattutto tra le due, disastrose, cronometro. È probabilmente già tempo di individuare qualche tappa in cui centrare la fuga giusta.
Passiamo a chi invece è stato grande protagonista nella prima settimana: Jonathan Milan. Il friulano classe 2000 si è mostrato al grande pubblico del ciclismo su strada con una volata devastante a San Salvo, in cui ha messo insieme potenza, agilità e grande senso della posizione. Presa la Maglia Ciclamino in quell’occasione, Milan se l’è poi tenuta ben stretta piazzandosi due volte al secondo posto tra Salerno e Napoli. Entra nella seconda settimana con 113 punti ed un vantaggio di 13 su Kaden Groves. Il suo nome sarà spendibile per tutte le frazioni senza particolari difficoltà altimetriche. Era un po’ che attendevamo Milan come possibile futuro dello sprint italiano, in questo Giro è arrivato ed ha intenzione di continuare a fare grande rumore.
La seconda vittoria di tappa italiana in questi primi nove giorni è arrivata, ben più sorprendentemente, da parte di Davide Bais. Corridore generosissimo, maestro delle fughe (alla Tirreno Adriatico di quest’anno, 4 giorni su 6 in fuga, per un totale di quasi 500 km all’attacco), ha centrato la prima vittoria in carriera nella più improbabile delle tappe. Scattato sotto la tempesta a Capua insieme a tre compagni di fuga (tra cui Simone Petilli), il trentino ha approfittato dell’immobilismo dei “big” per compiere un piccolo grande capolavoro sul Gran Sasso. La vittoria ai 2123 metri s.l.m. di Campo Imperatore, oltre a valere una carriera, gli hanno anche permesso di prendere la Maglia Azzurra, che indossa ancora e che indosserà ancora almeno per due frazioni.
Tra i protagonisti della prima settimana in chiave Italia è poi impossibile non menzionare chi la vittoria l’ha sfiorata, vedendola sfuggire ad appena 250 metri dalla linea del traguardo. Nella meravigliosa tappa di Napoli, Alessandro de Marchi ha potuto cullare a lungo il sogno di lasciare per la prima volta il segno in una frazione del Giro, lui che, pur avendo indossato la Maglia Rosa per due giorni nel 2021, non ha mai fatto meglio di secondo. Ci ha provato insieme a Simon Clarke, spingendo al massimo fino a quando la rimonta del gruppo non si è concretizzata. Il successo non è arrivato ma “il Rosso di Buja”, ha scavato ancora un po’ più a fondo nel cuore di tutti gli appassionati.
Vicini al successo, seppur in modo molto diverso, anche i due corridori che indossano la maglia tricolore. Nella tappa d’apertura, Filippo Ganna, campione italiano a cronometro, è arrivato alle spalle del solo Remco Evenepoel sul traguardo di Ortona. Il suo Giro è poi terminato anzitempo a causa del Covid, privando al pubblico italiano di uno dei suoi beniamini. Terzo invece è stato Filippo Zana, campione in linea, nella tappa dei muri marchigiani, in cui bisogna però ammettere che il successo di Ben Healy non è mai stato neanche in discussione. Da citare infine anche Stefano Gandin, grande protagonista delle fughe ed attualmente leader della classifica dei traguardi volanti.
Foto: LaPresse