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Ciclismo
Giro d’Italia 2023, cosa cambia senza Evenepoel. Roglic accerchiato dagli Ineos, Caruso fa un pensiero al podio
Il Giro d’Italia ripartirà domani da Scandiano dopo il primo giorno di riposo. Lo farà senza Remco Evenepoel, Campione del Mondo e Maglia Rosa che ha deciso di tornare a casa in seguito ad un test Covid che ha dato risultato positivo. L’assenza del belga cambia tutte le carte in tavola, andando a modificare rapporti di forza, strategie di corsa ed ambizioni di chi in corsa ci è rimasto.
Partiamo dai dati: Geraint Thomas è la nuova Maglia Rosa. Il gallese veste per la prima volta il simbolo del primato al Giro d’Italia, guidando una classifica che dopo il ritiro di Evenepoel è diventata cortissima, a testimonianza che, senza un dominatore a cronometro, il percorso della prima settimana era fatto per lasciare tutte le possibilità aperte.
Primoz Roglic insegue a soli 2” di distanza ed è a sua volta braccato da Tao Geoghegan Hart che di secondi da recuperare al compagno della INEOS ne ha 5. Salgono per forza di cose anche le quotazioni di Joao Almeida che si trova ora a soli 22” dal primo posto (pari con Andreas Leknessund), con Aleksandr Vlasov che dista 1’03” e Damiano Caruso lontano invece 1’28”.
Lo sloveno della Jumbo-Visma diventa probabilmente il favorito numero uno per la vittoria finale. In salita potrebbe averne più degli altri e, in qualche arrivo non particolarmente duro, potrebbe anche non aver bisogno di staccare gli avversari, sfruttando le sue doti per fare incetta di abbuoni, potenzialmente decisivi in una classifica così corta.
La INEOS ha un’occasione d’oro per tornare sul gradino più alto del Giro d’Italia, posto già occupato nel 2021, nel 2020 e nel 2018. Thomas è in controllo come sempre, potrebbe mancargli il cambio di passo ma sul lungo periodo la sua esperienza sarà un fattore. Geoghegan Hart finora ha volato. Sorprendente in entrambe le crono, potrebbe essere il rivale di Roglic anche negli arrivi esplosivi.
Il fatto di aver due contendenti così credibili per la classifica, oltre a Pavel Sivakov, Thymen Arensman e Laurens de Plus ancora sotto i 3′ di distacco, potrebbe essere un vantaggio enorme per il team britannico. C’è da dire che questa è una situazione in cui questa squadra si è già trovata in passato in diverse occasioni, ma raramente si è staccata dal suo canovaccio di controllo delle corse, lanciandosi in attacchi combinati. Se Roglic dovesse dimostrarsi forte anche sulle salite più dure e lunghe, potrebbe però essere l’unica chance per metterlo nel sacco.
Almeida, Vlasov e Caruso partono un passo indietro in ottica vittoria finale ma con ambizioni di podio più che rinnovate. Tutti e tre hanno squadre potenzialmente molto forti che potrebbero sostenerli nei momenti più delicati. Difficilmente vedremo Almeida all’attacco, mentre da Vlasov e dal siciliano qualcosa potremmo anche aspettarcelo.
Il percorso della seconda settimana prevede tre tappe piuttosto interlocutorie, in cui difficilmente la classifica si muoverà in maniera decisa, prima dell’attesissima frazione numero 13. Cima Coppi sul Gran San Bernardo, GPM di 1a categoria sulla Croix de Coeur ed arrivo in salita a Crans Montana. Lì potrebbero già esserci fuochi d’artificio, seppur la durissima settimana finale rischia di bloccare un po’ le iniziative.
Senza la presenza di Remco Evenepoel, manca lo spauracchio di un uomo in grado di fare il vuoto a cronometro. Certo, l’ultima prova contro il tempo che rimane, quella del Monte Lussari alla tappa numero 20, ha un percorso decisamente sui generis, con 8 km di salita e pendenze folli in alcuni tratti, ma il belga in condizione avrebbe potuto dirsi favorito anche in quel caso. La sua assenza aprirà la corsa agli attacchi? O i contendenti per la classifica si controlleranno per il grande equilibrio già dimostrato? Staremo a vedere.
Foto: LaPresse