Ciclismo
Giro d’Italia 2023, è corsa a tre per la vittoria finale? Thomas e Almeida in pole, Roglic in agguato
È arrivata la tanto attesa ultima settimana, è arrivata la montagna ed inevitabilmente è arrivata anche la battaglia tra chi ambisce alla vittoria finale. La tappa sulle Alpi trentine, con arrivo sul Monte Bondone è bastata per far esplodere un equilibrio in classifica che era solo apparente, dovuto al grande attendismo dettato da meteo, necessità di percorso e forse anche un po’ di paura.
Il ritmo imposto dalla Jumbo-Visma nell’avvicinamento all’ascesa finale ed i 22 km di salita verso il traguardo hanno dato dei verdetti che sembrano quasi definitivi: la vittoria finale sarà con ogni probabilità una corsa a tre, con tutti gli altri che si limiteranno a cercare solo un piazzamento, per quanto prestigioso. Joao Almeida ha vinto alla grande, superando sul traguardo un Geraint Thomas tornato leader della classifica, staccando nel finale un Primoz Roglic stranamente in difficoltà ma non naufragato.
La classifica ora recita così: Thomas in rosa, il portoghese distante 18”, con Roglic che ora ha un ritardo di 29”. Tra i primi tre e tutti gli altri c’è un abisso: al quarto posto è salito Damiano Caruso, solido ma non brillante, che ha accumulato fin qui un ritardo di 2’50” dalla testa; dietro di lui uno splendido Eddie Dunbar, oggi in grado di restare con i migliori, distante 3’03” in classifica e minaccioso per la quarta piazza del ragusano. La classifica continua poi con Lennard Kämna, Bruno Armirail ed Andreas Leknessund, tutti destinati ad allontanarsi ulteriormente dai migliori (a partire ovviamente dal generoso Armirail, che tornerà provabilmente a lavorare per Pinot).
Il primo scontro in salita ha mostrato un Almeida brillante, volitivo, in grado non solo di resistere ma anche di attaccare senza paura ed a ripetizione. Geraint Thomas ha messo in mostra tutta la sua esperienza, oltre alla grande condizione, portando anche l’allungo decisivo a distanziare un Primoz Roglic che probabilmente senza lo scudiero Sepp Kuss ad aiutarlo, avrebbe potuto trovarsi ben più lontano in classifica.
La caduta si fa ancora sentire? Piccola crisi passeggera? O magari lo sloveno “ne ha di meno” rispetto agli altri due concorrenti. Una risposta, magari ancora parziale, a questi quesiti non la avremo prima di giovedì, quando andrà in scena una tappa meno dura di questa, ma con diverse salite dalle pendenze durissime. La tappa della Val di Zoldo darà via alla tre giorni che deciderà il Giro, con la tappa regina delle Tre Cime di Lavaredo e la brutale cronoscalata del Lussari, che potrebbe ribaltare ancora una volta ogni previsione. Lo spettacolo è arrivato e ci accompagnerà fino a Roma.
Foto: LaPresse