Ciclismo

Giro d’Italia 2023: il borsino dei favoriti dopo la prima settimana. Primoz Roglic ora è il grande favorito, occhio a Caruso

Pubblicato

il

Termina la prima fase del Giro d’Italia 2023: nove tappe, siamo al giorno di riposo numero uno. Poche salite, due cronometro e tantissimi colpi di scena, a partire dall’ultimo, di qualche ora fa, il ritiro di Remco Evenepoel. Andiamo a scoprire il borsino dei favoriti dopo questa prima lunga settimana.

CHI SALE

Primoz Roglic: ora diventa lui il grande favorito per questa Corsa Rosa. L’unico mini-duello con Evenepoel in salita l’ha dominato, attaccando sullo strappo de I Cappuccini, a cronometro si è difeso più che egregiamente ed ora ha una condizione che sembra in netto crescendo. Pronto al colpaccio.

Geraint Thomas: partito come capitano della Ineos Grenadiers, il gallese strada facendo ha dimostrato di avere un ottimo stato di forma. Oggi ha sfiorato il successo nella cronometro (1” di ritardo da Evenepoel) e, con la squadra che si ritrova, può davvero far saltare il banco. Punterà tutto sull’esperienza.

Tao Geoghegan Hart: se Thomas ha stupito in questa prima parte di Corsa Rosa, il britannico, compagno di squadra e vincitore del Tour of the Alps ha confermato la sua super condizione. Devastante a cronometro, molto meglio di quanto ci si aspettava, in salita sembra quello più vicino a Roglic.

Damiano Caruso: il capitano della Bahrain-Victorious è lui, si è conquistato il ruolo in strada in questi nove giorni. Nella prima cronometro ha sofferto, è andato in crescendo e nella seconda è stato eccellente. È ottavo in graduatoria ma la top-5 non è lontana: si sogna in grande, il podio?

CHI SCENDE

Aleksandr Vlasov: la Bora-hansgrohe non sembra in formissima ed il russo fino ad ora, a parte difendersi bene nelle prove contro il tempo, non ha assolutamente convinto. Lo aspettiamo in montagna.

Joao Almeida: lui invece ce lo aspettavamo a cronometro e, soprattutto ieri, non è riuscito a confermarsi nel momento decisivo lungo i 35 km che portavano a Cesena. Occhio però, è un osso duro.

Hugh Carthy: un ritardo già di 4’07” per lui che è rimasto l’unico capitano della EF (Uran ritirato). Le cronometro ora sono alle spalle, serve il solito trend di crescita sulle grandi montagne.

Foto: Lapresse

Exit mobile version