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Ciclismo

Giro d’Italia 2023, la tappa di domani Atripalda-Salerno: perché la volata non è affatto scontata

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La prima tappa di vera montagna del Giro d’Italia ha sconvolto la classifica generale. Non c’è più Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep) in rosa, ma la maglia di leader è passata sulle spalle di Andreas Leknessund (Team DSM), bravo a cogliere la fuga giusta. Ci si potrebbe attendere una giornata per spezzare il fiato, ma la Atripalda-Salerno non promette di essere una passeggiata di salute.

Si comincia immediatamente con un GPM, il quarta categoria di Passo Serra: sono nemmeno quattro chilometri al 7,4%, ma la parte centrale è alquanto aggressiva. Soprattutto i secondi 1000 metri toccano costantemente il 10-11%, con gli sprinter meno abili in salita che potrebbero iniziare già a pagare dazio in questa parte di giornata.

Riprendono dunque i saliscendi, con qualche muro che potrebbe portare un po’ di scompiglio: Pianopantano (2,2 km al 7,3%), Croce Calabrone (2,8 km al 6,1%) e Paternopoli (2,9 km al 4,5%) sono salitelle non impossibili, ma che possono rimanere nelle gambe. Dopo Castelfranci, dal chilometro 49 si sale costantemente, passando per la salitella di Sant’Angelo dei Lombardi (2,2 km al 6,1%) e svettando a Guardia Lombardi, toccando quasi i 1000 metri di altitudine.

L’ultimo vero ostacolo per gli sprinter è il terza categoria di Oliveto Citra: muro di 2900 metri all’8%, con pendenze che rimangono sempre costanti. Può essere la ‘mazzata finale’ per chi ha meno benzina in corpo, ma da lì la tappa si semplifica enormemente, poiché dopo ci sono 58 chilometri tra discesa e pianura fino al traguardo. Qui ci sarà spazio per recuperare, ma non è detto che il gruppo poi abbia la forza di ricucire un’eventuale fuga nel tratto da Battipaglia all’arrivo.

Foto: LaPresse

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