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Ciclismo

Giro d’Italia 2023, la tappa di domani Oderzo-Val di Zoldo: tutte le salite, le pendenze e dove si deciderà

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Il Giro d’Italia è un libro suddiviso in ventuno capitoli. Dopo aver archiviato la storia di riscatto di Alberto Dainese, che lascia la sua firma dopo cinque giorni a combattere con vari malanni fisici resistendo stoicamente, ora si entra nella parte finale del racconto. Quello dove si scopre l’assassino, dove l’eroe esce a braccia alzate. E domenica questo prescelto sarà vestito di rosa. Il quartultimo capitolo, la diciottesima tappa, è la dura Oderzo-Val di Zoldo, frazione breve, di 161 chilometri, ma che si preannuncia assai dura.

Anche perché si respira davvero poco: pronti via e dopo 28 chilometri comincia il Passo della Crosetta, salita di 11,6 chilometri al 7,1% di pendenza media. Non è una scalata impossibile, ma è maledettamente regolare, rimanendo sempre in una forbice tra il 5,5 ed il 9% nei primi quattromila metri, toccando anche la pendenza massima all’11%. Anche la seconda parte rimane sempre regolare, rimanendo per lunghi tratti fra il 6 ed il 9%, fino agli ultimi 600 metri che si addolcisce sul 4%. 

Discesa, prima leggera e poi più ripida, fino al chilometro 64, dove c’è un ‘richiamino’ con il Pieve d’Alpago, 3400 metri al 5,5% con il primo chilometro, attorno al 7% medio, come tratto più duro. Si va in leggera ascesa per altri 40 chilometri, poi si incontra il Pieve di Cadore, salita non segnalata ma comunque non breve, da 8 km al 4,4% e sfiorando il 9% in alcuni tratti. 

Poi si fa sul serio con gli ultimi 35 chilometri. In quel punto attacca un’altra ascesa di prima categoria, il Forcella Cibiana: 9600 metri al 7,8 %, strutturata in due gradini, il primo che staziona sul 6% ma con un inizio aggressivo, dove si tocca il 15%. Lieve tratto in falsopiano al 3% e secondo gradino, si va costantemente sul 9-10% fino in cima, con altro picco del 15% ai -2 dallo scollinamento. Chi vuole sconquassare la classifica e provare una rimonta disperata, potrebbe provarci qui.

Poi gli ultimi quindici chilometri, con la doppietta costituita da Coi (5,8 chilometri al 9,7%) e l’arrivo a Palafavera (2,7 km al 6,4%). Si comincia leggeri, con 4 chilometri nemmeno al 3% e poi ci si inerpica, tra il secondo ed il quinto chilometro le pendenze sono costantemente in doppia cifra, raggiungendo anche il 19%: può essere questo il punto in cui i più forti vorranno attaccare.

Si scende e poi gli ultimi 2700 metri verso Palafavera, toccando anche il 10%. Semmai si arriverà in pochi, questi ultimi metri saranno ancora di studio, oppure nella pendenza massima si potrebbe vedere un altro attacco. Non sarà la resa dei conti definitiva, ma domani si restringerà definitivamente la cerchia su chi sarà l’eroe che vestirà di rosa a Roma domenica.

Foto: LaPresse

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