Ciclismo
Giro d’Italia 2023: le tappe da non perdere dove si farà la classifica
In una corsa a tappe si sa che ci sono snodi fondamentali da percorrere: delle giornate decisive che sicuramente rivoluzioneranno la classifica generale. Il Giro d’Italia è pronto a partire: andiamo a scoprire nel dettaglio quali sono le frazioni dove potrà essere deciso il podio.
NONA TAPPA (14 maggio): Savignano sul Rubicone-Cesena, cronometro individuale ****
Potenziale passaggio chiave nella battaglia per la Maglia Rosa. Quattro stelle di difficoltà per la cronometro di 35 km, la più lunga delle tre in programma, che può fare da spartiacque nel lungo viaggio verso Roma. Nulla da segnalare da un punto di vista altimetrico, tappa completamente piatta che presenterà lunghissimi rettilinei su cui fare grande velocità.
TREDICESIMA TAPPA (19 maggio): Borgofranco d’Ivrea-Crans Montana *****
Alla tappa numero 13 arriva la prima giornata da 5 stelle di difficoltà. Si parte da Borgofranco d’Ivrea per arrivare dopo 207 durissimi km a Crans Montana. Primi 60 km sostanzialmente pianeggianti, poi si supererà Aosta ed inizierà l’infinita scalata del Col du Grand Saint-Bernard. 34 km costantemente all’insù, con pendenze che andranno progressivamente a crescere, seppure la media dica 5,5%, fino allo scollinamento a 2469 metri di altitudine, che ne fanno la Cima Coppi di questa edizione. Ne conseguirà una discesa altrettanto lunga, poi neanche un attimo per rifiatare e di nuovo su per i 15,5 km all’8,6% di pendenza media sulla Croix de Coeur. Nei 23 km di discesa dopo lo scollinamento avverrà anche il passaggio in terra svizzera, che ospiterà il finale di tappa. Le difficoltà non sono infatti finite: 20 km pianeggianti faranno da antipasto all’arrivo in salita fino a Crans Montana con un’ascesa di 13 km al 7%.
SEDICESIMA TAPPA (23 maggio): Sabbio Chiese-Monte Bondone *****
L’ultima settimana inizia con una frazione da cinque stelle di difficoltà. Si parte da Sabbio Chiese, in Lombardia, per arrivare dopo 203 km ed una volta entrati in Trentino, sulle dure rampe del Monte Bondone. Primi 64 km completamente pianeggianti, costeggiando le splendide rive del Lago di Garda, poi il primo ostacolo di giornata, 12,3 km all’8,4% fino al GPM di 1a categoria del Passo di Santa Barbara. Brevissimo tratto di discesa e poi di nuovo all’insù per i 3700 metri al 7% del Passo Bordala. Lunga discesa e poi in rapida successione i GPM di 2a categoria di Matassone (11,4 km al 5,6%) e di Serrada (17,5 km al 5,5%), prima del gran finale sul Monte Bondone. Salita lunghissima che parte da Aldena e prosegue per oltre 20 km fino ad arrivare al traguardo, posto a 1632 metri di altitudine, con pendenza media del 6,7% ma con picchi al 15% e diverse rampe abbondantemente in doppia cifra.
DICIANNOVESIMA TAPPA (26 maggio): Longarone-Tre Cime di Lavaredo *****
La tappa in assoluto più attesa, cinque stelle di difficoltà per quella che è senza dubbio la “tappa regina” dell’edizione numero 106 del Giro. Si parte da Longarone, in Veneto: i chilometri da percorrere sono 183 con ben 5400 m di dislivello. Dopo un primo tratto senza salite, ma in costante ascesa, si affronta il primo GPM: Passo Campolongo (4 km al 7%). Discesa e subito Passo Valparola: 13,3 km al 5,9% di pendenza media. Ancora lunghissima discesa e una delle salite più note: il Passo Giau (9,8 km al 9,3%). Non c’è un attimo di pausa, si scende a Cortina d’Ampezzo per salire verso il Passo Tre Croci (8,2 km al 7,2% ), prima dell’ascesa finale (9,5 km al 7,1%) che segna il grande ritorno delle Tre Cime di Lavaredo, a 10 anni dall’ultima volta.
VENTESIMA TAPPA (27 maggio): Tarvisio-Monte Lussari, cronometro individuale *****
Cinque stelle di difficoltà anche per la tappa che presenterà l’ultima battaglia per la generale e che potrebbe risultare decisiva. 18,6 km a cronometro: i primi 11,3 pianeggianti, poi inizierà la brutale salita del Monte Lussari che potrebbe portare distacchi enormi tra i corridori. 7,3 km al 12,1% di pendenza media. Punte al 22%, mai un momento di respiro fino all’ultimissimo chilometro dove le pendenze caleranno. Più che degno ultimo palcoscenico per un percorso di altissimo livello.
Foto: Lapresse