Ciclismo
Giro d’Italia 2023, Moreno Moser: “Vedo Roglic superiore a Thomas. Caruso da podio, ci manca Ciccone”
A conclusione della tredicesima tappa del Giro d’Italia accorciata a causa del maltempo – che poi tanto brutto non era – (doveva essere il tappone della Cima Coppi e invece è stata la semi-tappa del Canton vallese, da Le Chable a Crans Montana di 75 chilometri, ndr) ne abbiamo approfittato per fare due chiacchiere insieme a Moreno Moser. Rampollo di una delle famiglie ciclistiche più famose d’Italia, dopo aver percorso tante strade in bicicletta da quando si è trasferito a Milano e ha iniziato a collaborare con Eurosport come seconda voce tecnica al fianco di Luca Gregorio e Riccardo Magrini.
La tappa di ieri, la 13esima con arrivo a Crans Montana, è stata accorciata a causa del maltempo – una semplice pioggia – ed è quindi stato applicato il protocollo delle condizioni meteo estreme. Le condizioni meteo non erano molto diverse da quelle dei giorni precedenti. Era necessario secondo te?
“Non sono sempre dalla parte dei corridori e se c’è da criticare sono il primo a farlo, però quando prendono queste decisioni è perché hanno dei motivi validi. Tutti i corridori hanno voglia di correre, quindi questa storia dei ciclisti negligenti non la condivido. Io non sono al Giro, sto seguendo la corsa dai nostri studi di Cologno Monzese e quindi non ho realmente visto le condizioni meteo di ieri, ma se hanno deciso di prendere questa decisione vuol dire che c’erano le giuste motivazioni”.
L’Associazione dei Corridori ha tutto questo peso?
“Abbiamo lottato tanto come corridori per avere un peso decisionale e quindi sono contento quando viene rispettato il regolamento”.
In due settimane non abbiamo visto un solo duello in salita, a parte quell’allungo di Roglic sui Cappuccini. I distacchi al momento li hanno fatti solo le cronometro…
“Sino ad ora non ci hanno dato su cui basarci e come hai detto tu la classifica di adesso è basata solo sui distacchi ottenuti nelle due cronometro. Non so se sia colpa del percorso o dei corridori, ma secondo me è un bel mix di cose. Ieri Roglic poteva benissimo dare quei 2″ a Thomas e quindi essere la nuova maglia rosa e invece non ha nemmeno fatto la volata. È strategia, non lo critico, ma è chiaro che vuole salvaguardare la squadra per poi sferrare il colpo decisivo al momento giusto, senza prendere troppo presto la maglia rosa che comporta poi una serie di responsabilità. Fino ad ora al Giro sono arrivate anche tante fughe e questo vuol dire che il gruppo dietro non va fortissimo”.
Restano tre tappe di montagna in linea, ammesso che si facciano: pensi che qualcuno abbia la forza per poter attaccare e ribaltare la classifica?
“Sicuramente sì, Roglic lo vedo superiore, sta solo aspettando il momento giusto. Non ha bisogno di attacchi folli da lontano, gli basta fare una volatina per recuperare un paio di secondi per poi giocarsi tutto nella cronoscalata. La Ineos invece controlla come al solito, non ha nessun interesse nell’attaccare”.
Chi è il tuo favorito?
“Roglic”.
Damiano Caruso ha una grande occasione. Per te deve correre pensando al podio o addirittura osare e credere in qualcosa in più, a costo di saltare?
“Già il podio sarebbe un grande successo per Caruso, non so se voglia provare il tutto per tutto. Staremo a vedere…”.
Caruso a parte, l’Italia conferma di non avere scalatori giovani: all’orizzonte si vede poco, che ne pensi?
“Non mi stupisce questa cosa, al momento non vedo all’orizzonte un possibile scalatore italiano veramente competitivo. L’unico che avevamo l’abbiamo perso prima del Giro a causa del Covid: Giulio Ciccone”.
Il tuo podio finale per il Giro?
“È difficile pronosticarlo adesso, ma direi Roglic, Thomas e Caruso”.