Ciclismo

Giro d’Italia 2023, pagelle tappa di oggi: Jonathan Milan è devastante, bocciato Fernando Gaviria

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Jonathan Milan (© LaPresse)

PAGELLE GIRO D’ITALIA 2023

Domenica 7 maggio, seconda tappa

Jonathan Milan, 10 e lode: una volata dominata. Uno sprint vinto senza rivali, gestendo alla perfezione il momento e sprigionando poi una potenza semplicemente impareggiabile per gli avversari. Prima vittoria per lui a livello World Tour, senza dubbio la più importante ottenuta su strada in carriera. Un talento cristallino, non solo su pista dove è tra i migliori al mondo, un patrimonio che il ciclismo italiano deve saper custodire e valorizzare.

David Dekker, 8: non molti potevano prevedere un piazzamento così importante per il neerlandese della Arkea Samsic. Alla fine invece è quello che arriva più vicino a Milan, portando a compimento un lavoro costante e continuo da parte del suo team.

Fernando Gaviria, 5: era forse il più atteso e, quando Mads Pedersen è stato sostanzialmente fatto fuori da una caduta a 4 km dalla fine, tutto sembrava apparecchiato per una sua vittoria. Invece il colombiano ha commesso l’errore più grave, quello di partire troppo presto in una volata contro vento.

Kaden Groves, 7: per molti era “la terza forza” in campo, ed alla fine è arrivato proprio un terzo posto. Certo, con Pedersen fuori gioco e Gaviria alle spalle si poteva fare di più, ma l’australiano ha confermato di esserci e di potersela giocare per una vittoria di tappa nelle prossime occasioni.

Niccolò Bonifazio, 6,5: l’Intermarché decide di andare per Arne Marit e non per l’italiano, che risponde facendo un lavoro eccezionale per il compagno, facendo a spallate e trovando le ruote giuste. Alla fine arriva anche un ottavo posto a chiudere una buonissima giornata.

Mads Pedersen, Mark Cavendish, s.v.: due dei più attesi, due dei grandi favoriti, rimasti fuori dalla possibilità di giocarsi la volata a causa di una caduta avvenuta davanti a loro a 4 km dalla fine. Da verificare le condizioni di entrambi, che non sembrano comunque essere finiti a terra, ma per ora il giudizio non può che essere rimandato.

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