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Ciclismo
Giro d’Italia 2023, quando arrivano le montagne? Tre Cime di Lavaredo, Giau, Bondone, Lussari e… maltempo
Dopo due settimane non si conoscono ancora quali sono i valori in montagna degli uomini di classifica al Giro d’Italia 2023. Per il momento abbiamo assistito soltanto alla passeggiata di Campo Imperatore e alla farsa odierna dopo la cancellazione di 125 km per condizioni meteo estreme poi non verificatesi. La graduatoria è stata scritta esclusivamente con le due cronometro e con i piccoli scatti sui muri marchigiani. Quando arriveranno finalmente le salite che faranno la differenza?
La quindicesima tappa (domenica 21 maggio) andrà presa con le pinze e potrebbe rivelare sorprese. La Seregno-Bergamo potrebbe essere assimilabile a una Classica: 4 GPM (uno di prima categoria, tre di seconda), 195 km e 3600 metri di dislivello. Il Valico di Valcava dopo 46 km (11,6 km all’8% di pendenza media, con uno tratto di 3 km nel finale all’11,3%), poi la combo Selvino e San Salvatore a metà tracciato (11,1 km al 5,6%, poi 8 chilometri di discesa e a seguire 5,2 km al 7%). A seguire una discesa e 32 km pianeggianti prima della Roncola Alta (10 km al 6,7%, con 6 km centrali all’8,2%). Dal GPM mancheranno 31 km al traguardo, ma attenzione allo strappo di Città Alta (1500 metri al 7,9% quando mancheranno 3,4 km al traguardo).
La terza settimana riprenderà con la Sabbio Chiese-Monte Bondone: 203 km e 5200 metri di dislivello. Tappone decisamente impegnativo con Passo di Santa Barbara (12,7 km all’8,3%), Passo Bordala (4,5 km al 6,7%), Serrada (17,7 km al 5,5%) uno dietro l’altro prima dell’arrivo in quota al Monte Bondone: sono 21,4 km al 6,7%, ma attenzione a un tratto di sette chilometri all’8,2% nella parte finale, prima degli ultimi due chilometri relativamente semplici. Da prendere con le pinze la diciottesima tappa: 161 km da Oderzo a Val di Zoldo, che propone la Forcella Cibiana a 36 km dal traguardo (9,6 km al 7,8%, gli ultimi 5 km al 9,3%), seguita dal Coi (5,8 km al 9,7%) e dall’arrivo in quota a Val di Zoldo (2,7 km al 6,4% dopo una discesa di un paio di chilometri).
La tappa regina è la diciannovesima, in programma venerdì 26 maggio: 183 km da Longarone alle Tre Cime di Lavaredo, per 5400 metri di dislivello. A patto che il maltempo non costringa a ulteriori cancellazioni… Tappone dolomitico da mettere in brividi con tre GPM di prima categoria e due di seconda, uno dietro l’altro senza un attimo di sosta: si parte con il Passo Campolongo (3,9 km al 7%), poi il Passo Valparola (14,1 km al 5,6%), il Passo Giau (9,9 km al 9,3%), il Passo Tre Croci (7,9 km al 7,2%) e l’arrivo in cima alle Tre Cime di Lavaredo (7,2 km al 7,6% con gli ultimi 4 km all’11,7%). Per tre volte si andrà oltre i 2000 metri di altitudine: 2.196 al Valparola, 2.236 al Giau, 2.304 alla Tre Cime (che sarà anche Cima Coppi).
Il giorno successivo ci sarà la cronoscalata da Tarvisio all’inedito Monte Lussari: primi 10,8 pianeggianti e poi la salite di 7,3 km al 12,1% di pendenza media, ma con i primi 5 km addirittura al 15,3% con punte del 22%. Al termine della terza prova contro il tempo conosceremo il vincitore del Giro d’Italia 2023, visto che il giorno seguente è prevista la semplice passerella a Roma.
Foto: Lapresse