Ciclismo

Giro d’Italia 2023, Remco Evenepoel avrà altri 35 km (piatti) a cronometro. Vantaggio notevole, in montagna è attaccabile

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La prima giornata del Giro d’Italia 2023 ha dato i suoi verdetti, e che verdetti. Che Remco Evenepoel potesse prendersi la prima Maglia Rosa era assolutamente una possibilità più che concreta, dato il percorso di una cronometro particolarmente adatto alle sue caratteristiche, ma che potesse infliggere distacchi così pesanti a tutti i rivali è forse oltre le aspettative.

29” su un ottimo Joao Almeida, 40” su un sorprendente Tao Geoghegan Hart, 43” su un Primoz Roglic apparso da subito su un livello ben inferiore a quello del fenomeno belga. Come ormai noto, il Giro d’Italia di quest’anno prevede il maggior numero di chilometri da percorrere nelle cronometro individuali degli ultimi 10 anni. Per quanto siamo solo al primo giorno ed ogni analisi risulta comunque prematura ed incompleta, sembra già arrivato il momento di chiedersi se un Evenepoel così dominante nelle prove contro il tempo sia attaccabile.

La prossima cronometro arriverà alla tappa numero 9, la Savignano sul RubiconeCesena di domenica 14 maggio. 35 km completamente pianeggianti, con lunghissimi rettilinei e dunque possibilità di spingere lunghi rapporti e fare grande velocità. Analizzando quanto visto oggi, possiamo notare come sia proprio nel tratto più “piatto” che Evenepoel abbia fatto la grande differenza su tutti i diretti rivali.

Il secondo intertempo, quello dei 16,8 km, era posto subito prima dell’inizio della salita finale e ci dà dunque ottime indicazioni: a quel punto Evenepoel è transitato in testa con un tempo di 17’10”, ad una velocità media di 58.72 km/h. Almeida aveva lì già 33” di ritardo , Geoghegan Hart ne aveva 44 (entrambi hanno dunque recuperato qualcosa in salita), Roglic era già indietro di 42” mentre Geraint Thomas ne aveva 36”.

Ne possiamo dunque trarre che, spingendo evidentemente al massimo, in appena 16,8 km, il belga aveva già fatto il vuoto dietro di sè, guadagnando più di 2” a km ad ognuno dei suoi rivali. Se la differenza dovesse risultare questa anche a Cesena, in 35 km potrebbe dare ai concorrenti distacchi variabili tra il 1’10” ed i 2′, se non di più.

Tutti gli altri si trovano dunque costretti ad attaccarlo, e forse ripetutamente, in salita. La Vuelta dello scorso anno ci aveva insegnato che, seppur andando forte anche su pendenze molto dure, Evenepoel aveva subito le ascese molto lunghe e le grandi altitudini. Perse infatti molto tempo ai 1800 metri di Sierra de la Pandera, perse pur contenendo il distacco ai 2500 di Sierra Nevada ed ai 1800 di Puerto de Navacerrada.

Il Giro ha salite ben più dure di quelle delle Vuelta dello scorso anno e si andrà per ben sette volte sopra i 2000 metri s.l.m. Dunque la risposta alla domanda che ci siamo fatti in precedenza, e cioè se Remco sia attaccabile, è ancora assolutamente sì. Un corridore come Remco è sicuramente ancora in crescita e c’è da aspettarsi che sia migliorato anche nei suoi teorici punti deboli rispetto allo scorso anno, ma di spazio per metterlo in difficoltà ce n’è in abbondanza.

Foto: LaPresse

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