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‘Maurizio racconta…’: settimana da urlo per l’Italia. Gli americani pungono Jacobs perché lo temono
I MIGLIORI DELLA SETTIMANA
Voto alla settimana per l’Italia: 8
Atleta della settimana (uomo): Carlo Tacchini (canoa velocità)
Atleta della settimana (donna): Arianna Bridi (nuoto fondo)
Settimana da incorniciare per lo sport azzurro, con ottimi riscontri da specialità olimpiche, giovani talenti in rampa di lancio e livello medio elevatissimo. Una ritrovata Arianna Bridi è la nostra atleta della settimana: se Fabrizio Antonelli, vero “guru” di questa disciplina, dichiara senza mezzi termini che il suo talento è un gradino sopra alla concorrenza allora non ci mancano i motivi per gioire. Il secondo posto nei 10 km di World Cup a Setubal – dopo un anno e mezzo di stop forzato – è un segnale di forza che la 27enne trentina ha inviato alle rivali a un anno da Parigi 2024 e che ci autorizza a sognare ad occhi aperti. La doppietta al maschile di Manzi (guarda caso, allenato da un anno e mezzo proprio da Antonelli) e Guidi ci ricorda inoltre che siamo un super team, anche quando Paltrinieri (assente) e Acerenza (ritirato) non figurano tra i primi della classe.
Al maschile, la palma del migliore gliela concedo questa settimana a Carlo Tacchini. Il 28enne di Verbania ha dato spettacolo nella tappa di Coppa del Mondo a Poznan con tre medaglie, ma soprattutto pesantissime sono state la vittoria (assieme a Gabriele Casadei) nel C2 500m – neo distanza olimpica a Parigi 2024 – e il bronzo nel C1 1000. Dopo il terzo posto conquistato a Szeged nella prima tappa di Coppa, questa coppia di nuova composizione non può che continuare a crescere fino ai Giochi parigini.
Così come di nuova composizione sono i due doppi (assoluto e pesi leggeri) nel canottaggio, che agli Europei di Bled hanno vinto entrambi l’argento. Prova maiuscola di Matteo Sartori e Luca Rambaldi che, dopo aver condotto la gara davanti ai campioni olimpici croati Sinkovic, nell’ultima parte hanno subito il ritorno dei titolati avversari. Anche Oppo e Soares hanno ben figurato nella barca leggera, con un serrate finale da mettere paura ai giovanissimi svizzeri. Alla fine due argenti e due bronzi (quattro di coppia maschile e l’otto femminile) in specialità olimpiche è stato il bottino di questi Europei. L’impressione è che senza intoppi fisici e con i ritorni eccellenti nel settore della punta, siamo da medaglia a Cinque Cerchi con almeno quattro imbarcazioni.
Nell’atletica abbiamo assistito a una sfilza di record personali e primati stagionali da parte di tanti azzurri: spiccano l’8:14.58 di Osama Zoghlami nei 3000 siepi (minimo per i Mondiali), il primato personale di Ludovica Cavalli nei 1500 (4:04.82), il 3.34.70 di Ossama Meslek nei 1500 (quarto di sempre in Italia), i personali di Ayomide Folorunso nei 400 piani (52.01) e di Elisa Molinarolo nell’asta (4,56), il 63,34 di Daisy Osakue nel disco, ma soprattutto i clamorosi 8,44 (appena ventoso) e 6,83 (controvento) di Mattia Furlani e Larissa Iapichino che confermano il talento infinito di questi due ragazzi nel salto in lungo e che già a Parigi potrebbero stupire il mondo.
Il trionfo di Matteo Manassero nel Copenhagen Challenge (a dieci anni esatti dallo storico successo a Wentworth); la qualificazione alla fase finale di CEV Nations Cup 2023 raggiunta dal beach volley azzurro; il primo titolo in carriera di Lucia Bronzetti nel WTA 250 di Rabat; il secondo posto della squadra di salto ostacoli nella Coppa delle Nazioni (Piazza di Siena); i quarti di finale raggiunti da Leo Fioravanti nella WSL (con pass quasi matematico da confermare agli imminenti Mondiali); il ritorno del trap a grandi livelli (con la vittoria di Fabbrizi e il quarto posto di Pellielo) e la vittoria di Cainero-Cassandro nel mixed skeet in World Cup ad Almaty; la conferma ad alti livelli di Asya Tavano nel judo (oltre ai bronzi di Milani e Basile) e gli storici ottavi di finale raggiunti da Bobocica nei Mondiali individuali di tennistavolo hanno completato la settimana da urlo per il Bel Paese.
IL VIZIO DI PARLARE TROPPO…
I continui attacchi di Patrick Lefevere – general manager della Soudal Quick Step di Remco Evenepoel – contro i corridori, l’organizzazione della Corsa Rosa e persino sui cani randagi (!) sono stati di pessimo gusto durante tutta la durata della manifestazione sportiva-popolare più seguita del Bel Paese. Prima le sue accuse contro due corridori della Trek: Alex Kirsch e Mads Pedersen, seguite dalle offese per i cani randagi del Sud Italia, continuate poi con la vicenda Covid-Evenepoel e le critiche contro i giornalisti. E, ciliegina sulla torta, le polemiche finali sulla cronoscalata del Monte Lussari definita “una farsa” per le sue pendenze da “mountain bike”. Secondo me, proprio questa “farsa” della crono è stato il momento più bello della corsa, prodotto della fantasia del nostro popolo (in questo caso di organizzatori come Mauro Vegni) e che forse un cittadino belga non potrà mai comprendere. In ogni caso, la domanda la porgo a Lefevere: se a Evenepoel questa situazione fosse capitata al Tour de France, in maglia gialla, e soprattutto con un giorno di riposo da affrontare, se ne sarebbe andato così alla svelta?
Le accuse degli sprinter americani, invece, rivolte a Marcell Jacobs negli ultimi mesi hanno dell’incredibile. Come se non bastassero le frecciate continue di Fred Kerley, ecco ora quelle di David Verburg (integrante delle staffette veloci USA) che sono state addirittura a sfondo sessuale, alludendo a suo figlio. Finora l’azzurro non se l’è presa più di tanto, ma quando si entra nella vita privata di un atleta la questione incomincia a prendere delle pericolose sfumature che vanno oltre la performance sportiva. E se vogliono destabilizzare psicologicamente il Marcello nazionale è solo per un motivo: lo temono ancora, e finchè non avranno il responso sul campo continueranno a farlo. In questo senso, spero solo che la salute accompagni al nostro campione e che possa essere una lotta ad armi pari.
LE PUNTATE PRECEDENTI DI ‘MAURIZIO RACCONTA…’
Foto: Lapresse