MotoGP
MotoGP, la schizofrenia del giudizio in top-class: penalità senza un criterio e con poca coerenza
Chiamiamola “schizofrenia del giudizio”. E’ un po’ così che viene da spiegare quanto stia accadendo in MotoGP. Quattro round iridati sono alle spalle e i tratti caratteristici sono i seguenti: tanti infortuni, incidenti e penalità con criteri non proprio chiari, per usare un eufemismo.
La sensazione è che il cosiddetto “Steward Panel” non segua una linea coerente di valutazione ma, a seconda di quelli che possono essere le “correnti” del momento, si decida in maniera estrema. A Portimao, sede del primo appuntamento, i crash erano stati molti e a rimetterci anche in fatto di sanzioni era stato solo Marc Marquez, per di più con una penalizzazione che sarebbe stata da scontare in Argentina, salvo correzione in corsa del tiro per l’assenza forzata dell’iberico a Termas de Rio Hondo. Di qui, il ricorso della Honda.
Nel weekend a Jerez de la Frontera (Spagna), Franco Morbidelli, Fabio Quartararo e Francesco Bagnaia sono stati i “cattivi” della situazione, ma a ben vedere, la loro condotta è stata conforme più a incidenti di gara o a contatti che in una categoria come la top-class ci sono sempre stati. Emblematico il fatto che Quartararo dica che le ragioni per cui si è deciso di procedere non ci siano e, nello stesso tempo, sia Bagnaia che Jack Miller, vittima della situazione, abbiano ammesso la loro sorpresa.
A questo punto c’è da farsi la domanda: quante volte la Direzione Gara interverrà in manovre che in altre circostanze sono state valutate in modo diverso? Probabilmente, sarebbe necessario far chiarezza sul protocollo per far capire, soprattutto ai protagonisti della pista, quali possono essere i limiti oltre i quali non andare, per non ritrovarsi in contesti prima troppo “libertini” e poi troppo “censori”.
Foto: MotoGP.com Press