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MotoGP, Pecco Bagnaia non tocca la velocità di fuga e torna sulla Terra. La vera dominatrice del Mondiale è l’aleatorietà

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Viviamo un’epoca in cui la MotoGP non vuole proprio saperne di fornire certezze. Le parole d’ordine sono incostanza e aleatorietà. A onor del vero, la seconda è figlia della prima, diffusa in ogni dove nel parco piloti.  Chi è dotato di solidità ci sarebbe, ma deve fare i conti con ripetuti infortuni, oppure con una moto del tutto trasparente. Mandare un messaggio a Marc Marquez e Fabio Quartararo per chiedere delucidazioni in merito.

Per la verità, chi quella consistenza l’aveva trovata, l’ha smarrita nel corso dell’inverno. Parliamo di Francesco Bagnaia, leader della classifica iridata seppur con 1 solo punto di vantaggio su Marco Bezzecchi, autentica rivelazione del 2023. Il Bez tanto ricorda l’Enea Bastianini del 2022. Va però sottolineato come ieri, Pecco, sia incappato in una circostanza sfavorevole. La dinamica del contatto con Maverick Viñales non comporta responsabilità o colpe.

Forse, per comprendere la MotoGP degli anni ’20 del XXI secolo, si devono scomodare le interazioni fondamentali della fisica. Nel caso di specie, quella gravitazionale. Sembra quasi che, nel momento in cui un pilota prova a prendere il largo nei confronti degli altri, non riesca a raggiungere la velocità di fuga, venendo richiamato a terra dalla gravità. A parte il 2021, quando Quartararo assunse rapidamente l’orbita iridata, la dinamica si ripropone ormai costantemente.

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Proprio il Bagnaia del 2023 ricorda da vicino El Diablo del 2020. Sulla carta non ha rivali, ma nella realtà dei fatti non ha margine. Pecco resta il più accreditato per fregiarsi del titolo, tuttavia per una ragione o per un’altra, si sta attardando nella via verso l’altare del matrimonio con la corona iridata. Per sua fortuna, nessun pretendente alternativo convince (ancora?) la promessa sposa.

Bezzecchi sta facendo bene, anzi benissimo, ma non ha per le mani lo stesso materiale del Campione del Mondo in carica. Sia in termini di moto, la sua Desmosedici è meno evoluta, sia sul fronte degli aggiornamenti, dinamica che si farà sentire soprattutto nel proseguo della stagione. Brad Binder paga atavici limiti relativi alle performance in qualifica; Jorge Martin ha i crismi dell’Iridato, se solo evitasse di cadere ogni due per tre. Quartararo fa quello che può con una Moto2 in mezzo alle MotoGP; Marquez e Bastianini sono affardellati da distacchi molto ampi.

Dunque si allargano le braccia, si appone un punto e si va a capo. Ci si ferma per tre settimane. Poi si riparte dal Mugello, dove si aprirà un trittico dove il grano potrebbe essere separato dal loglio. Ammesso sia possibile farlo, perché questa MotoGP potrebbe anche restare aleatoria sino a estate inoltrata.

Foto: MotoGPpress.com

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