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MotoGP. Se Pedrosa è questo, Valentino Rossi potrebbe vincere da wild card? Qual è il livello dei piloti contemporanei?

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Valentino Rossi

Uno dei temi del weekend di Jerez de la Frontera è rappresentato dalla competitività espressa da Dani Pedrosa. Il veterano catalano, 37 anni suonati, ha partecipato al Gran Premio di Spagna grazie a una wild card, tornando da protagonista. L’iberico, ritiratosi a fine 2018, venerdì ha realizzato il miglior tempo nella FP1, sabato ha chiuso nella Sprint restando comodamente nel gruppo di testa e domenica ha concluso con un lusinghiero 7° posto.

Un ruolino di marcia impressionante se consideriamo come lo spagnolo sia stato rispolverato ad hoc. Per la verità, Pedrosa è sempre rimasto in allenamento, ricoprendo stabilmente il ruolo di collaudatore per Ktm dal 2019 in poi. Inoltre aveva già usufruito di una wild card. Nell’agosto 2021 aveva partecipato al GP di Stiria. Si comportò in maniera più che dignitosa, senza però impressionare come negli ultimi tre giorni. Cionondimeno, quanto accaduto ha generato perplessità sul livello medio dei piloti presenti in MotoGP.

Se un “ex”, per quanto blasonato, torna in azione occasionalmente e regge il confronto con gli attuali top rider, quanto sono davvero “top” i suddetti “rider”, soprattutto in relazione a chi li ha preceduti sul proscenio del Motomondiale? Qualcuno, tra il serio e il faceto, ha finanche lanciato una provocazione: “Se Pedrosa è questo, siamo sicuri che dando una Ducati o una Ktm in mano a Valentino Rossi, il Dottore non possa tornare a lottare per il successo a dispetto dei suoi 44 anni?”.

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Siamo letteralmente all’istigazione della discussione, ma il pour parler merita di essere approfondito. Perché il presupposto non è del tutto campato per aria, in quanto si basa sul pregresso di Pedrosa e Rossi al loro apogeo. Tuttavia, bisogna essere realisti. La parabola del fuoriclasse di Tavullia la conosciamo bene. Si è ritirato a fine 2021 perché non riusciva più a incidere. Una stella giunta alla fine del suo ciclo vitale, che dopo aver spremuto qualsiasi elemento chimico per continuare a brillare, è giunta al ferro, collassando inevitabilmente. È il destino degli astri, siano essi reali o figurati.

Va ricordato come, nel 2021, il Dottore pilotasse una Yamaha ben diversa da quella corrente. Una M1 che consentì a Fabio Quartararo di fregiarsi del titolo iridato. A parità di moto, Valentino chiudeva le gare nelle retrovie, mentre El Diablo le vinceva in serie e Maverick Viñales, pur con i suoi alti e bassi, faceva altrettanto in maniera occasionale (prima di venire licenziato in tronco dall’azienda giapponese).

No signori, non scherziamo. Il Rossi attuale non sarebbe competitivo in alcun modo in MotoGp. Provocare è utile per riflettere, come in questo caso, ma bisogna mettere tutto nel giusto contesto. Peraltro, i 37 anni di Pedrosa non sono i 44 del Dottore che, infatti, all’età di Dani chiuse il Mondiale al 2° posto, vincendo due gare e proponendosi dieci volte sul podio.

Un altro esempio di trentasettenne d’assalto, seppur una tantum, fu Troy Bayliss. L’australiano, classe 1969, nel 2006 sostituì l’infortunato Sete Gibernau a Valencia e vinse il Gran Premio. Insomma, all’età di Pedrosa si può ancora essere competitivi e lasciare il segno in maniera occasionale. Riguardo il livello medio degli odierni piloti di MotoGP, diciamo che ognuno è figlio della propria epoca e non c’è modo di dare una risposta inequivocabile al quesito.

Foto: MotoGPpress.com

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