Ciclismo

Mountain bike, la Coppa del Mondo si apre nel segno di Pidcock e Pieterse. Segnali importanti dai giovani azzurri

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Nel weekend è andata in scena la prima tappa della stagione di Coppa del Mondo di mountain bike. Il difficile e tecnico circuito ceco di Nove Mesto na Morave ha fatto da palcoscenico al primo appuntamento con le nuovissime World Series, un circuito unico in cui confluiscono tutte le specialità che rientrano nell’ampio ombrello della mountain bike.

Grande protagonista della tappa di Nove Mesto è stato il cross country, unica specialità a far parte del programma olimpico. Nelle categorie elite se al maschile si è partiti nel segno della continuità e dell’atteso, al femminile una luminosissima novità ha acceso il palcoscenico della competizione.

Il primo vincitore della stagione tra gli uomini elite è infatti Tom Pidcock, in grado di imporsi anche nella gara short track due giorni prima. La superiorità del britannico al momento è tale che può anche permettersi di cadere, rimontare e vincere in parata. La strada verso il bis olimpico parte da qui.

Nella gara donne è arrivata invece la vittoria a sorpresa di Puck Pieterse. La neerlandese classe 2002 è un talento più che cristallino delle due ruote, come ampiamente dimostrato durante la stagione invernale: in 19 eventi di ciclocross a cui ha partecipato, tra Coppa del Mondo e circuiti “minori” non è mai scesa dal podio. L’esordio su strada nel Women’s World Tour l’ha vista chiudere al quinto posto alle Strade Bianche. Insomma, un fenomeno vero che è riuscita a mettersi alle spalle, alla prima gara elite di MTB, la Campionessa del Mondo Pauline Ferrand-Prevot, Loana Lecomte, Evie Richards e tutte le migliori interpreti al mondo.

Inizio solido per gli atleti e le atlete azzurre, a cui è però mancato l’acuto per stare vicini ai migliori. Luca Braidot ha dimostrato lo scorso anno di avere le carte in regola per giocarsi il podio in quasi ogni tappa e dunque il nono posto non è motivo di allarme ma non può soddisfare. Discorso simile per Martina Berta, 10a a Nove Mesto, ma che ha nelle corde risultati di maggior prestigio.

Segnali importanti da parte della “gioventù azzurra”, a partire da una certezza come Simone Avondetto. Il Campione del Mondo e d’Europa in carica tra gli U23 ha archiviato un 13° posto all’esordio tra gli elite. Dopo una partenza sottotono ha ingaggiato una rimonta che l’ha visto tenere negli ultimi giri il ritmo dei migliori (che non si chiamino Tom Pidcock). Bene anche Filippo Fontana, coetaneo di Avondetto, che ha chiuso 22° e continua nel percorso di crescita.

Finisce con una 27a piazza invece l’esordio tra le elite di Giada Specia, passata tre le “grandi” dopo una splendida stagione tra le U23 lo scorso anno. Al contrario di quanto accade tra gli uomini, al femminile c’è grandissima concorrenza tra le giovani e Specia deve provare a cambiare marcia se vuole competere. Sara Cortinovis, altra grande protagonista della stagione U23 lo scorso anno, ha preferito rimanere al ”piano di sotto” (lei è 2003, Specia 2000), ed ha chiuso al quarto posto il primo impegno della stagione.

Foto: Photo LiveMedia/Javier Martinez De La Puente/DPPI

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