Ciclismo

Perché è cambiata la tappa del Giro d’Italia? Cosa è successo, il “compromesso” e il nuovo percorso

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Oggi il Giro d’Italia ha vissuto una delle sue pagine più buie, di quelle che fanno perdere credibilità e allontanare gli appassionati che, in fondo, sono il motore di questo sport. La tredicesima frazione, inizialmente prevista da Borgofranco d’Ivrea a Crans Montana, è stata completamente mutilata. Inizialmente la lunghezza sarebbe dovuta essere di 199 km, invece se ne percorreranno appena 74: sì, è tutto vero. Purtroppo.

PERCHÈ SI È ARRIVATI A QUESTO

Nel nome della sicurezza, ovviamente. Sin da ieri diversi corridori hanno iniziano a protestare e lamentarsi con Mauro Vegni e gli organizzatori di RCS. “Le condizioni saranno estreme, la tappa va accorciata“. Le previsioni meteo non volgevano al bello e, puntualmente, la pioggia non si è fatta attendere. Forse nel ciclismo di oggi andrebbe messo un asterisco alla presentazione delle tappe, spiegando che si svolgeranno integralmente solo con il sole e temperature superiori ai 10°.

La richiesta dei corridori, sin da ieri, era quella di cancellare il Croix de Coeur, ovvero la salita più importante di giornata, nonché una delle più difficili in assoluto del Giro (forse seconda solo alle Tre Cime di Lavaredo). Il motivo? Temperature rigide, strada dissestata in discesa e il pericolo che potesse formarsi del ghiaccio, dunque mettendo a rischio l’incolumità dei ciclisti.

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Questa mattina le proteste sono chiaramente proseguite. Lo stesso Vegni ha rivelato candidamente che si è arrivati ad un compromesso. Quasi un’ammissione di come RCS non abbia più né la forza né l’autorità per potersi imporre in un ciclismo che purtroppo è irrimediabilmente cambiato e non tornerà mai più quello che conosciamo.

IL COMPROMESSO

Alla fine Vegni ha puntato i piedi sul Croix de Coeur: ha tenuto duro, perché senza quell’ascesa la tappa non avrebbe avuto alcun motivo di esistere. ‘In cambio’ ha però cancellato tutta la prima parte, compreso il Gran San Bernardo. È vero che le due salite più dure sono rimaste, ma un conto è affrontarle dopo aver già percorso 125 km sotto la pioggia e con tanta fatica nelle gambe, un altro imboccarle con il pieno delle energie ancora nel serbatoio. Cambia davvero tutto, è una tappa falsata.

LE DICHIARAZIONI DI VEGNI 

Situazioni particolari, il maltempo continua ad imperversare, i corridori ci hanno chiesto l’applicazione del protocollo delle condizioni meteo estreme. I compromessi non sono mai semplici, non prendiamoci in giro. Andremo oltre il San Bernardo, prima di Verbier daremo la nuova partenza con la Croix de Couer e il finale a Crans Montana. In pratica verrà neutralizzata la prima parte della corsa. Dalla Svizzera ci dicono che ci sono le condizioni per fare la corsa. L’intesa? Non è mai facile trovare, ognuno ha i suoi interessi, ovviamente a noi interessa che ci sia la corsa. Qualcosa è chiaro che abbiamo dovuto cedere, ma a noi interessa il Giro“.

IL COMUNICATO DELLA DIREZIONE CORSA

“Date le avverse condizioni meteorologiche, specie sul versante italiano, la Commissione ha deciso di venire incontro alle richieste degli atleti applicando il Protocollo Weather Extreme. La tappa 13 sarà accorciata con il nuovo km 0 fissato a Le Chable, ai piedi della Croix de Couer. La parte finale della tappa rimane invariata. La gara seguirà l’orario originale”.

IL NUOVO PERCORSO 

I corridori hanno salutato il pubblico a Borgofranco d’Ivrea ed ora si stanno trasferendo in pullman a La Chable, da dove partirà la frazione alle 14.30. Dovranno così fare subito i conti con la Croix de Coeur, la salita più attesa di giornata e una delle più impegnative dell’intera Corsa Rosa: 15,4 km all’8,8% di pendenza media, gli ultimi quattro chilometri avranno una pendenza del 10,3% con punte del 13%. Su un’ascesa di questo tipo si può fare grande selezione, ma i corridori la affronteranno da “riposati”, dunque gli scenari tattici cambieranno completamente e c’è il rischio che questa montagna partorisca un topolino.

Vedremo se assisteremo a degli attacchi oppure se i big di classifica sfrutteranno al meglio i propri uomini, anche perché dopo il GPM ci sarà una discesa di 22 km fino a Riddes, dove inizierà un tratto pianeggiante di 22,7 km lungo i quali sarà importantissimo avere a disposizione dei compagni di squadra. Il rischio è che tutto si decida sulla salita finale che conduce al traguardo di Crans Montana: 13,1 km al 7,2% di pendenza media, costante e non impossibile.

Foto: Lapresse

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