Ciclismo

Primoz Roglic ha vinto il Giro d’Italia… in casa. Monte Lussari inondato di sloveni per il ribaltone

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Una giornata che rimarrà nella storia del Giro d’Italia. Primoz Roglic (Jumbo-Visma) si è preso con la forza la Corsa Rosa con una cronometro, o meglio una cronoscalata camuffata, sul Monte Lussari, nonostante un problema meccanico a due chilometri e mezzo dal traguardo. Ma stavolta, nonostante le avversità, si è fatto trovare pronto per scrivere il proprio nome nell’albo d’oro del Giro. Sospinto anche dalla presenza di tanti sloveni sul percorso.

Innanzitutto, un rilevamento geografico: dai 1766 metri dell’arrivo odierno, bastano una quarantina di minuti per poter varcare il confine per essere in Slovenia. Per l’esattezza, sono 23 i chilometri da percorrere con la propria auto per il primo comune di Strmec na Predelu. E in linea d’aria, la distanza è ancora minore. E con un proprio connazionale che può portarsi a casa il primo Giro d’Italia, non vuoi che gli sloveni non accorrano in massa per dargli forza?

E così è stato. Già nella giornata di ieri con arrivo nelle Tre Cime di Lavaredo facevano capolino molti tifosi di Roglic, ma quest’oggi, sulla salita decisiva, erano tantissimi i supporters del capitano della Jumbo-Visma, ne potevi contare uno ogni tre o quattro tifosi in strada, con numerosissime bandiere sul bordo strada. Un’atmosfera da brividi per degli spettatori neutrali, figuriamoci per il protagonista a caccia di un Giro d’Italia, di nuovo avanti a una cronoscalata come due anni prima al Tour. E quella volta non finì bene.

Ma questa volta Roglic ha fatto tutto alla perfezione. Già aveva avuto un assaggio della sua gente, quando in mattinata è andato a passo tranquillo a provare la salita, nell’incredulità generale dei supporters che hanno iniziato a dargli ancora più forza. Forse, proprio la consapevolezza di avere così tanta gente alle spalle gli ha dato una carica extra di energia. Che non si è esaurita nel momento più difficile, al problema meccanico che sembrava aver distrutto nuovamente i suoi sogni. E che lo ha sospinto ancora di più, pedalata dopo pedalata, per sfilare la maglia rosa dalle spalle di Geraint Thomas. E portarla a Roma, per venire definitivamente premiato nella Città eterna.

Foto: LaPresse

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