Calcio
Razzismo in Liga, Tebas: “Se ci danno i poteri risolviamo il problema in 6 mesi. Vinicius? Se l’ho offeso gli chiedo scusa”
Javier Tebas, presidente della Liga, ha tenuto una conferenza stampa sul rapporto tra il campionato spagnolo e il razzismo.
L’ultimo episodio ha avuto luogo nel corso di Valencia-Real Madrid. Il giocatore dei blancos Vinicius è stato oggetto di insulti razzisti da parte del pubblico venendo poi espulso per una reazione durante i minuti finali della partita senza che questo comportasse una squalifica nei turni successivi.
Nel frattempo, tra il brasiliano e il numero uno della Liga è avvenuto un acceso scambio su Twitter sul quale oggi, giovedì 25 maggio, Tebas ha provato a mettere il punto finale: «Se ho offeso Vinicius gli chiedo scusa». Tutto aveva avuto origine dalle parole della stella del Real Madrid: «Il razzismo è normale nella Liga».
«Visto che chi dovrebbe spiegarti cos’è e cosa può fare la Liga in caso di razzismo non lo fa, abbiamo provato a farlo noi ma non ti sei presentato in nessuna delle due occasioni concordate: prima di criticare e insultare è necessario che ti informi adeguatamente», la risposta del numero uno della lega spagnola. «Negare ti rende uguale ai razzisti», la controreplica del brasiliano.
Tebas oggi ha ammesso: «Sono stati giorni molto brutti, i peggiori come presidente della Liga e come persona. Sentirsi accusare di razzismo è una cosa che fa male. Non lo sono e non lo sono mai stato. La mia vita è li a dimostrarlo, così come il lavoro fatto in ambito di lotta al razzismo in Liga».
Sul problema in sé, invece, ha dichiarato: «Se gli organi competenti cedono alla Liga la giurisdizione in ambito di lotta al razzismo in 6 mesi risolviamo il problema».
Il numero uno della Liga ha poi sottolineato: «Il nostro non è un Paese razzista. Ci sono comportamenti razzisti, quello sì. E lo stesso vale per il nostro campionato. Ma non si può generalizzare. Io sto male quando il mio Paese viene attaccato. Faremo di tutto per estirpare il razzismo dal nostro sport».
«Bisogna – ha aggiunto – cambiare le regole e arrivare, come in altri Paesi, alla possibilità di togliere punti alle squadre le cui tifoserie mostrino comportamenti di tipo razzista o omofobo. Sono favorevole alla chiusura delle curve, anche se la cosa pregiudica anche tifosi che non hanno fatto nulla, e all’abbandono del campo da parte di chi è sottoposto ad abusi. Riceviamo poche denunce da parte degli altri tifosi, li invito a farlo: più si denuncia e meglio è».
Foto: LaPresse