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Roland Garros 2023, Fabio Fognini: “Se sto bene, posso dire la mia, ma il recupero… Non so se sarà l’ultima volta a Parigi”
Avere ancora qualcosa da dare. A 36 anni Fabio Fognini ha ancora grandi motivazioni, nonostante tutto. Non è stato un periodo facile per il ligure, falcidiato da tanti infortuni. Del resto, in una carriera così lunga, gli acciacchi ci stanno e il recupero non è semplice e non può essere lo stesso come quello di un tempo. Tuttavia, per Fabio, ogni occasione è buona per dimostrare il proprio valore.
Una chance sfruttata alla grande dal giocatore di Arma di Taggia. Il match contro il canadese Felix Auger-Aliassime, valido per il primo turno del Roland Garros, poteva rappresentare un’opportunità. Felix, infatti, non era al meglio e, pur avendo recuperato dal problema alla spalla di Lione, ha lamentato a fine partita un malessere le cui cause vanno ancora del tutto appurate.
Tuttavia, il Fognini visto sul rosso parigino è stato di grande qualità e il 6-4 6-4 6-3 ha lasciato pochi dubbi. Come riportato da Vanni Gibertini (Ubitennis), nella conferenza stampa odierna sono emersi particolari importanti.
In primis, il lavoro con Corrado Barazzutti (tecnico) ha funzionato: “Sto bene, sapete che con Corrado [Barazzutti ndr.], c’è stima reciproca, sa come stimolarmi, mi conosce da quando avevo 15 anni. Da un certo lato abbiamo avuto fortuna, perché mi ha rimesso in sesto, tecnicamente e fisicamente, dopo che ho lavorato tanto per giocare questi tornei; da un altro lato abbiamo avuto sfortuna, perché sono stato costretto a saltare la parte più importante della stagione per me. Anche perché mi è costato molto a livello di ranking, facendomi scendere fino al n. 130″.
Motivazioni ce ne sono e se tutti gli ingranaggi funzionano si può ancora fare bene, ma c’è anche da fare i conti con le lancette dell’orologio: “Se sto bene so di poter dire la mia, la cosa difficile è il recupero, che mi dà più problemi di un tempo, ma l’aspetto positivo è che a 36 anni sono ancora competitivo. Non so se questo sarà il mio ultimo Roland Garros, le somme si tireranno a fine ano. Adesso voglio guardare l’aspetto positivo, che sono ancora da corsa e che ho battuto tre set a zero un giocatore come Aliassime”.
A chiusura, Fognini ha fatto una sorta di analisi sull’evoluzione del gioco e di come sia mutato: “È un tennis diverso, molto più aggressivo. Dei miei coetanei solo Novak quando era in forma non ti faceva giocare, ora si gioca in maniera molto più aggressiva. Per noi l’aspetto mentale era fondamentale, e io l’ho potuto sperimentare in prima persona quando ho dovuto affrontare il problema degli attacchi di panico. Io sono sempre stato un giocatore irascibile in campo, ho avuto alti e bassi mentali, ma devo anche pensare che questa mia testa mi ha portato qui dove sono, e forse se ne avessi avuto un’altra non avrei vinto tutte le partite che ho vinto. Mi dispiace non essere arrivato più avanti negli Slam, ma purtroppo ho giocato in un periodo nel quale arrivare ai quarti di finale era più o meno come arrivare a Roma e vedere il Papa. Questa è l’unica cosa che quando smetterò probabilmente mi mancherà un pochino”.
Foto: LaPresse