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Vela, Caterina Banti: “Le regole del Nacra17 sono cambiate. La barca in volo ora è un’altra cosa”

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Un dominio assoluto per tre anni, un oro olimpico non vinto ma stravinto. Caterina Banti, insieme a Ruggero Tita, ha rappresentato il binomio della perfezione nel Nacra 17. La nativa di Roma è stata ospite del programma di Gianmario Bonzi “Giochi di Gloria”, in collaborazione con Sport2U ed OA Sport. Nell’intervista Caterina ha raccontato della sua vita e di questi anni fantastici in gara, partendo proprio da come si è avvicina alla vela e al suo amore per il mare: “Ho fatto tanti sport e il primo corso di vela l’ho fatto a tredici anni. Facevo equitazione e mi sono sempre detta resta a fare quello che faccio. Ho cominciato un po’ per gioco e alla fine è scoppiata una vera e propria passione. Il mare mi dà un senso di libertà. Io sono in barca in mezzo alla natura e devo sfruttare al massimo le condizioni meteo e marine ed anche per questo è una sfida. Devi seguire i limiti fisici e anche quelli mentali. Il mare e il vento possono essere amici, ma anche dei nemici. Uno sport che ti mette sempre in gioco e ti pone sempre davanti a nuove sfide ogni giorno“.

C’è stato un importante cambiamento tecnico nel Nacra 17, con le imbarcazioni che ora hanno la possibilità di regolare la T del timone, che migliora la possibilità di volare. Una modifica decisamente apprezzata dall’azzurra: “Sicuramente complica il modo di portare la barca e bisogna tenere conto di altre regolazioni. Rende il tutto ancora più tecnico e vario. È come se tu prima avessi la quinta di marcia ed ora hai la decima. Sicuramente anche questa è un’altra sfida, che apre molte più possibilità di navigazione. Devi saper scegliere al momento giusto, perché se sbagli può essere molto costoso. Portare la barca in volo è un’altra cosa e c’è proprio un’altra tecnica di navigazione. Anche dal punto di vista fisico c’è stato un bel cambiamento. È comunque molto divertente questo cambiamento“.

Dopo un dominio incontrastato di oltre tre anni, Banti e Tita sono stati battuti nei campionati italiani: “Penso sia fisiologico nella carriera di un atleta avere degli alti e bassi. Era particolarmente fuori dalle righe vincere tutte le regate per tre anni consecutivi. Ben venga che ci sia qualcuno alle regate che è andato meglio di noi. Questa sicuramente è una spinta a lavorare ed impegnarsi sempre di più. Bisogna ricordare poi che l’obiettivo finale sono sempre le Olimpiadi. Prima bisogna qualificare la nazione e poi qualificare l’imbarcazione. Manca ancora un anno e mezzo, ma il gioco bello deve ancora arrivare e quindi il focus è lì“.

Caterina Banti ha portato avanti nella sua vita anche la carriera scolastica, ottenendo la laurea triennale e anche quella magistrale: “Non è stato facile mettere insieme tutto quanto. Sono una persona molto dedita al lavoro e forse a volte anche eccessivamente. Ho sacrificato tanto nella mia vita per raggiungere i miei obiettivi e coltivare le mie passioni. Ho sempre cercato di volerne sapere di più e di migliorarmi giorno dopo giorno. Lo studio è sempre importante, anche perché non sempre si riesce a vivere di sport. Io sono fortemente convinta che basta un po’ di organizzazione per portare avanti sia la scuola sia lo sport“.

La romana è attiva anche sui social, dove si occupa anche di temi molto importanti: “Sui social ho deciso di dare un’immagine di me per come sono veramente. L’inclusività e la tolleranza sono valori dello sport. Se si diffondono sempre di più i valori dello sport, questi temi si possono affrontare anche nella vita di tutti i giorni“.

Il ricordo di quell’oro di Tokyo: “C’erano tutti che urlavano, che festeggiavano. Noi eravamo belli tranquilli e abbiamo capito dopo un po’ quello che abbiamo fatto. Se non hai questo stato di trance e di focus non riesci a reggere tutta la tensione“.

INTERVISTA A CATERINA BANTI 

Foto: Lapresse

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