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Atletica, pagelle Italia Europei a squadre: Tamberi trascinatore, super Weir, Iapichino e Tortu non brillano

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PAGELLE ITALIA EUROPEI ATLETICA PER NAZIONI (domenica 25 giugno)

Federica Botter, 5: si presentava con un primato personale (e stagionale) di 57,81 nel lancio del giavellotto. Non supera però i 50 metri e chiude terzultima. Non una buona prestazione. Per fortuna che l’Italia aveva già un vantaggio cospicuo. Ha pagato l’emozione.

Gianmarco Tamberi, 10: uno dei migliori agonisti della storia dello sport italiano. Al debutto stagionale, dimostra subito la stoffa del campionissimo e vince con la misura di tutto rispetto di 2,29, peraltro fallendo di poco 2,32. Da vero capitano, non ha voluto mancare nella missione che ha consegnato l’atletica tricolore alla storia. Con il suo successo ha lanciato definitivamente la volata verso l’apoteosi. Ai Mondiali tutti dovranno fare i conti con lui.

Dalia Kaddari, 7,5: ottiene il personale stagionale nei 200 metri (23″08) e porta a casa un quinto posto insperato, peraltro vincendo la serie più lenta, disputatasi inoltre con vento contrario a differenza di quella più veloce.

Filippo Tortu, 5,5: il terzo posto non basta per la sufficienza. Al di là del piazzamento, da lui ci si aspettava ben altra prestazione in termini cronometrici rispetto al modesto 20″61 nei 200 metri. Lento e macchinoso in avvio, contratto nella fase lanciata. In staffetta si era visto un Tortu diverso. C’è ancora tempo verso i Mondiali per provare a mettere le cose a posto dopo un avvio di stagione che lascia qualche dubbio.

Zane Weir, 9,5: in molti, noi compresi, avevano storto il naso per la mancata convocazione di Leonardo Fabbri nel getto del peso. L’italo-sudafricano era sembrato appannato nelle prime gare all’aperto, tuttavia oggi ha ritrovato il consueto smalto, affermandosi nettamente con la misura di 21,59 metri. Un riscontro ottimo, ma ancora non sufficiente per ambire ad una medaglia ai Mondiali: servirà sfondare il muro dei 22.

Larissa Iapichino, 6: ci ha abituato bene. La misura di 6,66 nel salto in lungo, per lei, ormai è diventata poco rilevante. Pur non disputando la sua miglior gara, ha comunque concluso seconda, portando in cassa ben 15 punti. La sensazione è che non sia riuscita a trovare la giusta affinità con pedana e asse di battuta.

Eleonora Curtabbi, 8: il segreto di questa Italia è stato (anche) il rendimento dei gregari. I 3000 siepi dovevano rappresentare un anello debole, eppure la classe 1997 si è veramente battuta con i denti e gettando il cuore oltre l’ostacolo. Per lei un settimo posto che ricorderà per sempre.

Erika Furlani, 5,5: 12ma nel salto con l’alto con 1,80, una misura oggettivamente di basso profilo (in stagione era arrivata a 1,87). Questa specialità, senza Elena Vallortigara, rappresentava un tallone d’Achille per il Bel Paese. Nel complesso quella dell’alto femminile è stata una delle gare dai valori tecnici più bassi dell’intera competizione, se pensiamo che ad imporsi è stata la francese Nawal Meniker con 1,92.

Michele Fina, 5: altra nota dolente, il lancio del giavellotto. Da tempo l’Italia non ha interpreti di caratura internazionale. Nessuno si aspettava miracoli, ma rimanere addirittura sotto i 70 metri rende la prestazione insufficiente.

Yeman Crippa, 6,5: non è al massimo della forma, inoltre sta lavorando per la maratona, dunque inevitabilmente qualcosa potrebbe aver perso nei 5000 metri. Pur non lottando per la vittoria, porta a casa un terzo posto utile alla causa.

Sintayehu Vissa, 7: una prestazione alla garibaldina nei 1500 metri. Accelera senza paura all’imbocco dell’ultimo giro, prova a lanciare la volata lunga, non essendo lo sprint il suo punto di forza. Per lei una quarta piazza e tanto fieno in cascina.

4×400 mista: Edoardo Scotti, Ayomide Folorunso, Alessandro Sibilio ed Anna Polinari chiudono in quinta posizione, sfiorando anche il primato nazionale della specialità. Sibilio non ha fatto la differenza come ci si sarebbe attesi, probabilmente ancora affaticato dopo il successo di ieri nei 400 hs.

Foto: Grana/Fidal

 

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