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Atletica, un sogno che si avvera. Italia sul tetto d’Europa: la strada è quella giusta!

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I sogni, ogni tanto, si avverano e per un appassionato di atletica italiano negli ultimi due anni se ne sono avverati almeno quattro. L’Italia che vince un oro olimpico nei 100, nella 4×100 e nel salto in alto, ad esempio, oppure la vittoria in quella che per tutti si chiama Coppa Europa, il Campionato Europeo a squadre. Quest’ultima è arrivata ieri al termine di un lungo inseguimento, durato anni in cui la Coppa sembrava stregata.

Noi che abbiamo una certa età abbiamo trascorso anni ad invidiare le nazioni faro dell’atletica europea che la Coppa Europa se la giocavano all’ultima volata, mentre l’obiettivo dell’Italia, sempre centrato fra l’altro in campo maschile (una volta le Coppe erano due, una per genere), era quello di ottenere una tranquilla salvezza. Mai, però, la squadra italiana si era giocata la vittoria e quest’anno ha addirittura dominato la competizione a punti, segno di un movimento che ha raggiunto un livello medio impensabile anche solo fino a qualche anno fa, diciamo prima del 2019 che è stato un po’ l’anno spartiacque per l’atletica azzurra.

La vittoria in Polonia viene da lontano perché l’Italia da anni sta lavorando bene a livello giovanile raccogliendo medaglie un po’ ovunque nelle manifestazioni riservate alle varie categorie. Quelle vittorie, quella competitività si è trasformata bel pochi anni in compattezza di squadra che è fondamentale per insediarsi sul tetto d’Europa nella gara a squadre.

In casa Italia ci sono le star, non tutte al meglio della condizione nel week end appena concluso, ma c’è un gruppo di atleti competitivo, che ha accresciuto la sua esperienza a livello internazionale a forza di partecipazioni a meeting più o meno importanti fuori dai confini italici e le discipline “scoperte” a differenza di quanto accadeva qualche anno fa, si contano sulle dita di una mano. Questo significa avere un movimento vivo, maturo e che vi9ene alimentato continuamente dalla crescita di giovani interessanti.

In tutto questo all’appello mancavano il campione per eccellenza, Marcell Jacobs, uno dei campioni olimpici della staffetta, Fausto Desalu, il numero uno della stagione nel getto del peso, Leonardo Fabbri, sono mancati all’appello atleti di stazza come l’altro campione olimpico della staffetta, Filippo Tortu, solo terzo nei 200, il campione europeo dei 10 mila Yeman Crippa, solo quarto, la primatista italiana dell’asta Roberta Bruni, finita nelle retrovie di una gara complicata.

Per far capire la “profondità” del movimento azzurro che ha prodotto questa vittoria è giusto elencare gli atleti che hanno vinto la gara individuale, portando i fatidici 16 punti alla squadra: Samuele Ceccarelli nei 100, Tobia Bocchi nel triplo, Nadia Battocletti nei 5000 metri, Sara Fantini nel martello, Alessandro Sibilio nei 400 ostacoli, Gianmarco Tamberi nell’alto, Zane Weir nel peso. Sette successi, uno in meno rispetto all’edizione precedente ma stavolta la Coppa arriva in Italia, per la prima volta.

Foto Lapresse

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