Ciclismo
Ciclismo, parte domani la Route d’Occitanie per prepararsi al Tour. Presente un’ascesa che ha fatto la storia della Grande Boucle
Il Tour de France si avvicina a grandi passi, ed il mese di giugno è utilizzato come banco di prova per chi vuole far bene alla Grande Boucle. Da domani fino a domenica il territorio transalpino ospiterà la Route d’Occitanie, conosciuto una volta come Tour du Tarn o anche Route du Sud, fino al 2017, che ha visto protagonisti tanti scalatori poi impostisi all’attenzione del pubblico generalista. Tanti i nomi di spicco nell’albo d’oro, tra gli ultimi Egan Bernal, Alejandro Valverd,e Nairo Quintana ed Alberto Contador.
Quattro tappe che offriranno terreno fertile per chi vuole dare battaglia, equamente suddivise. Le prime due frazioni prevedono, almeno in teoria, uno sprint ristretto. La partenza da Narbonne a Gruissan è abbastanza morbida, con due GPM di terza categoria, mentre le cose potrebbero già cambiare nella Cazouls-Lès-Béziers – Graulhet (182 km) a causa della parte centrale di corsa con Col de Fontfroide (11,8 km al 6,6%) ed il Col du Montalet (4,8 km all’8,2%). Ci sarà tempo per recuperare, perché il terzo e ultimo FPM, la Cote de Ganoubre a la Glevade (2400 metri al 6,9%) scollina ad oltre 70 chilometri dal traguardo, poi è discesa e qualche dentello non troppo duro.
La tappa regina di questo Tour d’Occitanie è la terza, la Gimont-Nistos Cap Nestès; dopo 95 chilometri si inizia a fare sul serio. Prima il Col de Larrieu, che tocca anche il 10% di pendenza, poi si andrà sul Col de Mentè, non troppo distante dal Col de Portet-d’Aspet dove ci lasciò Fabio Casartelli. Sul Mentè il Tour è passato 20 volte nella storia, ma è rimasto nell’immaginario collettivo quell’edizione del 1971, quando Luis Ocana venne praticamente investito da Zoetemelk mentre attendeva una bici di ricambio in discesa e venne costretto a ritirarsi da una Grande Boucle dominata avanti al cannibale Merckx. Ma dopo l’evocazione storica, c’è anche il finale in salita, 13,1 km al 6,9%, ma con pendenze che si inaspriscono in alcuni tratti.
Anche l’ultima tappa però lascerà spazio a chi vorrà provarci. Da Saint-Gaudens a Saint-Girons, 164,7 chilometri con altre due salite importanti da affrontare, il Col de la Core ed il Col de Latrape, su cui chi vuole ribaltare la classifica cercherà di attaccare. Nonostante sia in contemporanea con il Giro di Svizzera, e dunque non saranno presenti troppi nomi di spicco, prepariamoci a tanti attacchi e pochi tatticismi.
Foto: LaPresse