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Colangelo: “Sinner? Il problema è aspettarsi subito certi risultati. Musetti ha un tennis di eccellenza”

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Jannik Sinner

Il Roland Garros ormai è storia, come si suol dire, e Novak Djokovic l’ha scritta sul campo del Philippe Chatrier di Parigi. Il serbo si è preso tutto il pacchetto: 3° titolo sul rosso francese, 23° Slam in carriera (record) e ritorno in vetta al ranking ATP. Si pensava che la Next Gen avrebbe posto il proprio marchio, tenuto conto dell’assenza di Rafa Nadal per problemi fisici, ma alla fine la straordinaria capacità di Djokovic di salire di livello, quando serve davvero, ha fatto la differenza.

Un Major in cui il riscontro dei tennisti italiani non è stato all’altezza delle ultime circostanze e, in particolare, Jannik Sinner ha deluso in primis se stesso, visti i risultati del 2023 e anche le proprie ambizioni. Di questo e di altro abbiamo parlato con Fabio Colangelo, Tecnico FIT del Circolo tennis della Stampa Sporting di Torino, nonché commentatore tecnico di Eurosport e di Sky Sport.

Fabio, bentrovato su OA Sport. La prima domanda è la seguente: si aspettava Novak Djokovic vincitore del Roland Garros?

Sinceramente sì, perché io credo che negli Slam sia ancora il più forte. Nonostante tutti i problemi che ha avuto, in riferimento al fisico (gomito) e all’impossibilità di partecipare ai tornei negli Stati Uniti per la questione “vaccino anti-Covid”, lui ha qualcosa in più nella gestione delle energie e sa come esprimere al meglio il proprio tennis quando serve“.

A questo punto crede che il Grande Slam, mancato nel 2021 ad esempio, sia possibile?

Chiaramente ci sono 14 partite da affrontare ed è complicato anche per lui. Tuttavia, non vedo a Wimbledon chi possa batterlo. A mio parere, gli basta l’80% per arrivare in fondo ed eguagliare il record di vittorie di Federer (8) a Londra. Certo, a New York, la concorrenza è maggiore, visto che anche Medvedev su quella superficie è un tennista fortissimo, ma a differenza di due anni fa non avrà le Olimpiadi. Penso, quindi, che possa farcela“.

Parlando di uno degli sconfitti da Nole, ovvero Carlos Alcaraz, stupito dal problema dei crampi dopo appena due set giocati?

Era una partita particolare e nei primi due parziali i due hanno dato non poco e la sensazione era che Alcaraz potesse anche un po’ girarla, per come aveva vinto il secondo set. C’è stato però questo problema che va analizzato e non penso sia giusto descriverlo come sfortuna. Non parliamo, per esempio, dell’infortunio di Zverev dell’anno scorso, dove lì c’è tanta malasorte, qui credo siano stati fatti degli errori dall’atleta, da cui lui saprà trarre giovamento“.

Pensa che Alcaraz sia il vero rivale al Grande Slam di Djokovic?

Potrebbe esserlo soprattutto a New York, dove ha vinto l’anno scorso, ma nel 2022 Djokovic non c’era…”.

Approfondiamo il tema italiani. Jannik Sinner è uscito al secondo turno per mano di Daniel Altmaier, è un campanello d’allarme per l’altoatesino, tenuto conto anche delle sue dichiarazioni?

Credo che in Italia siamo un po’ propensi a trarre delle conclusioni affrettate perché ci dimentichiamo, anche per quello che sta facendo soprattutto Alcaraz, della giovane età di Sinner. In primis, io credo che Altmaier sia un giocatore che per caratteristiche gli dia fastidio, basti pensare che Jannik l’ha sconfitto l’anno scorso agli US Open, ma al quinto set. Poi, può capitare che in una fase dell’anno ci possa essere un piccolo calo. Magari io sono troppo buono, però da febbraio ad aprile ha infilato una serie di risultati ragguardevoli: vittoria a Montpellier, finale a Rotterdam, semifinale a Indian Wells, Finale a Miami e semifinale a Montecarlo, in condizioni diverse e su superficie differenti. Per questo, ci può anche stare che lui abbia un po’ sentito di pressione e non sia riuscito a gestirla come in altre circostanze, ma non ci costruirei un castello su. Certo, se questi riscontri dovessero ripetersi nei prossimi mesi, allora la valutazione sarebbe diversa, però non dimentichiamoci che Jannik è ancora un giocatore in costruzione. L’ha detto anche lui che gli servono due anni per mettere su un fisico stabile, quindi forse il problema è in chi si aspetta da subito certi risultati e forse anche lui stesso è stato impaziente“.

Stagione sull’erba e sul cemento americano che potrebbe essergli favorevole e potrebbe anche aiutare a capire quale dimensione possa assumere questo 2023?

Assolutamente sì, lui ha uno staff di grande esperienza e il rapporto con loro funziona. Staremo a vedere se sapranno gestire la situazione“.

Venendo all’altro italiano, Lorenzo Musetti, le sue parole in conferenza stampa hanno lasciato perplessi. Sostanzialmente il tennista toscano ha detto di aver “sciolto” e non aver lottato contro Alcaraz. Come giudica questo atteggiamento?

Sinceramente posso capirlo da un lato perché quando giochi contro uno come Alcaraz ti può venire un po’ di frustrazione e lui l’ha trasformata in resa. E’, ovviamente, una cosa sbagliata perché, per un tennista come lui che ambisce a traguardi rilevanti, non si può alzare bandiera bianca in questo modo. Bene che ne sia consapevole per non replicare. Lui a Parigi ha fatto delle partite straordinarie e io sono convinto che fosse convinto di battere Carlitos. Tuttavia, dopo che lo spagnolo ha rimontato dall’iniziale 0-2, ha mollato la presa. Mi auguro per lui che sappia cambiare mentalmente, perché il suo tennis è d’eccellenza. Anche per lui vale il discorso della giovane età, non ce lo dimentichiamo“.

Chiudiamo su Matteo Berrettini, la sconfitta al primo turno di Stoccarda contro Lorenzo Sonego è stata pesante. Il romano ha avuto anche una crisi di pianto. La sua idea?

Anzitutto sottolineerei la grande prova di Sonego, che sta confermando un livello alto dopo quanto fatto a Parigi. Su Matteo, non è facile dare delle risposte. Sicuramente sta vivendo una situazione molto complicata dal punto di vista emotivo, ma a me è parso che il suo ritorno in campo fosse dovuto più per ragioni non strettamente legate all’agonismo e più a interessi trasversali. Dico questo perché fisicamente mi è parso lontanissimo dalla sua miglior forma. La sua priorità ora è cercare di ritrovare una condizione adeguata per tornare a vincere partite e accrescere la fiducia. Certo, ci sono tante scadenze e rischia seriamente di non essere testa di serie nei grandi tornei. Io sono comunque convinto della sua forza, ma deve stare bene, altrimenti…“.

Foto: LaPresse

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