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Formula 1
F1. Altro che ‘Cavallino Rampante’, la Ferrari SF-23 è un ‘Mulo Ricalcitrante’! Nessun miglioramento con l’auto evoluta
C’era grande attesa in ottica ferrarista per capire se l’evoluzione della SF-23 sarebbe stata in grado di alzare la competitività della monoposto o, quantomeno, favorirne la comprensione. Il Montmelò, sommo giudice in merito al reale valore delle vetture, ha però emesso un verdetto sfavorevole. Il Gran Premio di Spagna ha rifilato l’ennesima bastonata a un Cavallino Rampante che, in questo 2023, ha già fin troppi lividi sul groppone. Carlos Sainz è scattato dalla prima fila, ma ha chiuso quinto, divorato cammin facendo dalle Mercedes.
È questa la dinamica più dolorosa. La Casa di Stoccarda condivideva con la Scuderia di Maranello il fatto di essersi presentata in terra iberica con un’auto riveduta e corretta. C’è però stata una enorme differenza nell’efficacia degli aggiornamenti presentati. Le punte delle Frecce Nere non sono ancora affilate come nel recente passato, ma neppure così smussate come a inizio stagione. C’è quindi stato un progresso. Viceversa, le Rosse continuano a palesare i difetti dalle quali sono afflitte ormai da tempo.
Le Ferrari sapranno anche tenersi a galla sul giro secco, ma alla distanza hanno la stessa solidità della pastafrolla. Più che un Cavallino, la SF-23 appare un mulo parecchio indisciplinato, essendo ricalcitrante e testardo. Inoltre, come tutti i muli, è sterile. Mentre c’è chi inanella la 18ma vittoria nelle ultime 19 gare e chi ritrova vigore ridisegnando pance e sospensioni, c’è, viceversa, chi non ha neppure una propria identità.
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Le dichiarazioni di Charles Leclerc, fuori dalla zona punti dopo una qualifica da incubo, dicono tutto. A seconda dei momenti della gara, il comportamento della vettura cambia radicalmente, magari anche con la stessa mescola. Ormai è evidente come il compound e la quantità di carburante imbarcata facciano una differenza enorme. Anzi, esagerata e innaturale. Non siamo ai livelli dell’angosciosa SF1000, ma la SF-23 è un progetto fallato. A chi gestisce la squadra il compito di capire perché e percome, ragionando però in ottica 2024. Perché anche quest’anno si può dare il bacio dell’addio a qualsiasi ambizione.
A latere, viene da chiedersi come sia possibile che se Leclerc chiede le soft, gli vengano montate le hard. Seriamente, come si fa a scadere perennemente in questi svarioni? Charles potrà anche avere la pazienza di un santo, ma ogni pazienza ha il suo limite. Soprattutto, il monegasco non ambisce a essere canonizzato, bensì al titolo iridato. E difficilmente sarà disposto a fare da martire ancora a lungo…
Foto: La Presse