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F1, Benedetto Vigna ha fiducia, ma la Ferrari è in confusione

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Ferrari F1

Una situazione complicata. Il GP di Spagna di F1 avrebbe dovuto essere l’occasione per la Ferrari di dare una sterzata a una stagione decisamente deludente. Si sperava che gli aggiornamenti introdotti nell’appuntamento iberico potessero aiutare i due piloti, Charles Leclerc e Carlos Sainz, a trovare meno difficoltà alla guida della SF-23, soprattutto nella gestione delle gomme.

L’obiettivo non è stato centrato se si tiene conto del risultato finale (quinto l’iberico e undicesimo il monegasco) e soprattutto dei problemi anche di affidabilità patiti da Charles. Già dalla FP3 Leclerc aveva lamentato qualcosa che non andava e la problematica nel corso delle qualifiche si è fatta ancora più importante, al punto che il ferrarista ha rischiato seriamente di andare a muro, pur girando a una velocità ridotta.

Alla fina della fiera, il problema tecnico è stato confermato, ma la natura non compresa. Un qualcosa di paradossale per una scuderia come quella del Cavallino Rampante, ma non sorprendente se si pensa alla storia recente. Senza andare troppo indietro nel tempo, si può parlare dell’episodio noto della centralina che, sostituita poco prima della gara in Qatar, costò il ritiro a Leclerc. Una situazione che suscitò non poca rabbia anche da parte di una persona sempre moderata come Piero Ferrari.

 

In occasione del Bloomberg Capital Market Forum, il CEO del Cavallino, Benedetto Vigna, che nel giorno della presentazione aveva definito la SF-23 una monoposto che non avrà precedenti in termini di velocità, è tornato a parlare della Ferrari in F1, facendo riferimento a un detto giapponese: “Nana korobi ya oki. Significa «cadere sette volte e rialzarsi otto». Vale per la vita, vale anche per la F1. Non è facile, a volte scivoli di quattro piani e non vedi la fine. Ma con il lavoro, con la passione, con le competenze e con il cuore alla fine ti risollevi. Ci sono passato tante volte“.

Un Vigna un po’ filosofico, ma in concreto la Rossa non è dove dovrebbe essere e non si comprende quali siano le soluzioni ai problemi.

Foto: LaPresse

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