Formula 1

F1, il paradosso dell’imbattibilità Red Bull. ‘Ammazza’ il Mondiale, ma partorirà un eroe nel giorno in cui finirà. Se finirà…

Pubblicato

il

La Formula 1 del 2023 sta vivendo un paradosso. Riesce a essere interessante e a generare attrattiva attorno a sé pur senza alcuna incertezza relativa alla lotta per il titolo. È già assodato che, a meno di imprevisti extra-sportivi, l’Iride sarà appannaggio di Max Verstappen. Cionondimeno, l’egemonia Red Bull è talmente marcata da aver creato il dubbio in merito al tema “potrà essere battuta?”.

Otto vittorie nelle prime otto gare della stagione sono un traguardo degno di nota. Solo la McLaren del 1988 fece meglio, imponendosi 11 volte di fila prima di essere sconfitta. All’epoca, però, il calendario prevedeva 16 GP; l’unica ‘Caduta della divina MP4/4’, arrivò a settembre, a Monza. In linea teorica, il Drink Team potrebbe invece migliorare il primato già a Spa-Francorchamps a fine luglio, sempre che mantenga l’invincibilità.

Al riguardo, le nebbie del paradosso iniziano a diradarsi, mostrando un panorama più razionale. D’altronde, chiunque batta gli imbattibili, farebbe scoppiare una bomba mediatica. Per esempio, se fosse la Ferrari a spezzare l’egemonia della struttura anglo-austriaca, sarebbe una notizia, perché il Cavallino Rampante tornerebbe a trionfare dopo un anno di digiuno.

F1, GP Austria 2023: quando la prossima gara? Orari, programma e tv. Si corre a Spielberg fra due settimane

Se fosse Lewis Hamilton a riuscirci sarebbe altresì una notizia, perché il britannico non si impone dal GP d’Arabia Saudita 2021 ed è arrivato a 31 gare consecutive senza passare per primo sotto la bandiera a scacchi. Un’astinenza senza precedenti nella sua lunga carriera in F1. Se l’uomo del destino fosse Fernando Alonso, ci sarebbe da riscrivere completamente il libro dei record della categoria, visto che Nando viaggia per le 42 primavere e, soprattutto, non vince da più di un decennio.

Magari un’affermazione di George Russell non avrebbe lo stesso impatto mediatico. Oppure sì? In fin dei conti, Red Bull ha artigliato 18 degli ultimi 19 GP disputati, mancando solo quello del Brasile 2022. Chi si è fregiato del successo quel giorno? Russell, appunto. Il giovane britannico assumerebbe i contorni del “castigatore” del Drink Team. Trionfasse qualcun altro, sarebbe, in ogni caso, una notizia, perché si tratterebbe di un risultato totalmente a sorpresa!

Oppure, magari, nessuno sarà in grado di inserirsi nel logorroico monologo vincente, destinato al massimo a cambiare di tonalità fra la voce di Verstappen e quella di Sergio Perez. Nel qual caso, sarebbe comunque un evento. Ci troveremmo di fronte alla prima Perfect Season di sempre.

Insomma, paradosso sì, ma fino a un certo punto. Si vive comunque nell’attesa di qualcosa, domandandosi se e quando arriverà. Il sale indispensabile affinché vi sia interesse attorno a un argomento o a un ambito. Il 2023 di Red Bull è talmente eccezionale da generare hype, come dicono gli americani, pur cancellando qualsiasi lotta per il titolo.

Foto: La Presse

Exit mobile version