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Ciclismo
Giro Next Gen, Marino Amadori: “Questa categoria serve, i fenomeni sono una minima parte”
Marino Amadori è stato intervistato a pochi minuti dal termine della sesta tappa del Giro Next Gen di ciclismo su strada, la Pergine Valsugana-Povegliano, da Tina Ruggeri di InBici.net: il commissario tecnico della Nazionale italiana Under 23 ha tracciato un bilancio di quanto accaduto finora nella Corsa Rosa di categoria.
Subito un pensiero per il compianto Gino Mäder: “E’ una cosa molto toccante, un’ennesima tragedia di un corridore che ci lascia la vita. Un pensiero ai familiari, a tutto il mondo del ciclismo professionistico, non solo, anche al nostro mondo. Noi siamo qui al Giro d’Italia, ma sicuramente in tanti avranno pensato a lui“.
Un bilancio su quanto accaduto finora al Giro Next Gen, partendo dalla maxi squalifica per traino: “Voltiamo pagina, è stata una giornata che non ci voleva, per esperienza penso che sia stata molto molto valida per tanti, dai corridori ai direttori sportivi a tutto il nostro mondo. Direi che sicuramente oggi abbiamo fatto un grandissimo risultato, hanno fatto una bellissima impresa, si può dire, perché Romele, De Pretto e Meris hanno fatto qualcosa di veramente grandioso, perché hanno fatto, anche se col vento a favore, 46.100 di media finale“.
I protagonisti odierni: “Sono tre ragazzi con la maglia azzurra, perché tutti i tre ragazzi hanno vestito la maglia azzurra già quest’anno, e che sicuramente ritorneranno a vestirla prossimamente, quindi penso che in questo momento ci manchi qualche talento puro, ma abbiamo dei ragazzi molto molto validi ed interessanti e lo stiamo dimostrando anche in questo Giro“.
Sul mantenimento della categoria a livello internazionale: “Dobbiamo guardare ai regolamenti che ci sono: io penso che la categoria Under 23 ci voglia, perché lasciando stare i talenti, che sono in minima parte, che passano e sono competitivi subito, ci sono tanti altri ragazzi che hanno bisogno di uno, due, tre o anche 4 anni facendo una certa attività fra di loro, in questa categoria, quindi il Giro d’Italia penso che sia molto importante anche per questo“.
Foto: LiveMedia/Antonino Caldarella