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Giulio Ciccone ha vinto la maglia di miglior scalatore al Delfinato. E ci riproverà anche al Tour de France…

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Alléz Giulio. Una frase che ci auguriamo di sentire spesso a luglio, durante il Tour de France. Giulio è ovviamente Giulio Ciccone, che nella giornata di ieri ha aumentato un po’ il rammarico per la sua assenza al Giro d’Italia a causa della sua positività al Covid. Nell’ultima tappa del Giro del Delfinato lo scalatore della Trek-Segafredo è apparso in forma smagliante, chiudendo con una convincente vittoria e confermandosi in un ottimo 2023, che lo aveva già visto protagonista tra Comunità Valenciana, Tirreno-Adriatico, Vuelta a Catalunya e Freccia Vallone.

Indovinando la fuga giusta, l’abruzzese è riuscito a lasciare una importante firma in questa breve ed importante corsa a tappe, prendendosi anche la maglia a pois di miglior scalatore. In una frazione con sei Gran Premi della Montagna, Ciccone ha conquistato 41 dei 42 punti con cui ha chiuso il suo Delfinato, sopravanzando Victor Campenaerts (Lotto-Dstny). 

E magari, anche in Francia, vorrà fare un regalo di battesimo alla sua squadra, che proprio dal Tour cambierà nome in Lidl-Trek. Lo ha annunciato già giorni fa in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, i suoi obiettivi in vista di Parigi sono due: provare a vincere una tappa alla Grande Boucle e conquistare la maglia a pois di miglior scalatore.

Ciccone sembra entrato nell’ottica di non sentirsi un uomo da grandi corse a tappe, che può ricoprire pienamente il ruolo di capitano in una corsa di tre settimane. Gli è sempre mancata quella capacità di recupero che in più di un’occasione gli ha fatto perdere terreno importante per poter ambire a delle posizioni di rilievo a Giro, Tour e Vuelta. Con la maturità, sembra aver accettato il ruolo di attaccante di razza in un ciclismo sempre più cerebrale. E chi sa che puntare alla maglia a pois in Francia non significhi anche qualcosina di più in classifica, senza troppe aspettative e con la mente più libera.

Foto: LaPresse

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