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Golf: l’accordo PGA Tour-DP World Tour-LIV Golf tra reazioni negative e conseguenze

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Di ieri è una delle notizie più clamorose, anzi la più clamorosa, della storia degli ultimi due anni di golf tra le sue ormai immense divisioni. PGA Tour, DP World Tour e LIV Golf hanno stretto un vero e proprio accordo di pace, che nelle intenzioni pone fine ai contenziosi in atto e unifica questo sport a livello globale. In sostanza, i tre enti (per la LIV Golf è il Public Investment Fund arabo) si sono accordate per riunire in un’unica proprietà le varie attività commerciali. In questa fase iniziale il PIF sarà investitore esclusivo della nuova entità con Yasir Al-Rumayyan, suo governatore, che ne sarà presidente e Jay Mohanan, commissioner del PGA Tour, nel ruolo di amministratore delegato.

Un accordo, questo, talmente misterioso e inaspettato che ha colto di sorpresa anche quelli che sono i destinatari, cioè i giocatori. Molti hanno saputo della novità solo dai social media, ed evidente è la spaccatura tra chi già frequentava la LIV Golf (Phil Mickelson in testa) e chi, invece, era ben deciso a restare nei ranghi del PGA Tour (come Collin Morikawa) o del DP World Tour. Nessuna reazione da due dei più feroci oppositori della Superlega araba, vale a dire Tiger Woods e Rory McIlroy. Non va dimenticato, del resto, che a questo punto i giocatori che erano stati espulsi dal PGA Tour vi potranno rientrare, data la fine delle ostilità legali, alla fine del 2023.

Numerose sono le voci che si sono levate a disapprovare quanto compiuto da Monayan e Al-Rumayyan, ma soprattutto dal primo, del quale ora da più parti è richiesto un passo indietro. Non soltanto per quella che è una giravolta completa rispetto a ogni cosa detta e scritta negli ultimi 18 mesi, con la LIV Golf indicata come vertice di tutti i mali, ma anche perché non sono stati fondamentalmente consultati i giocatori. Come non sembra esserlo stato nemmeno Greg Norman, uno dei grandi motori del discorso LIV Golf, nonché il vero e proprio volto commerciale.

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La sostanza della situazione è che, una volta di più, sembra che i soldi provenienti dall’Arabia Saudita possano, banalmente, tutto. E lo sport ne sta già vivendo particolari conseguenze, visto che dalle terre arabe, e più in generale dal Medio Oriente, sta giungendo un vento in grado di portarvi un’enorme quantità di discipline.

Tornano alla mente alcune dichiarazioni che aveva rilasciato Rory McIlroy nella scorsa estate alla BBC: “Penso che un incontro tra PGA Tour, DP World Tour e LIV Golf debba accadere. […] Se queste persone sono serie circa l’investimento di miliardi nel golf, penso che alla fine dei conti sia buono. Ma dev’essere fatto nella maniera corretta, e penso che se dovessero investire, dovrebbero farlo all’interno delle strutture esistenti. […] Alla fine dei conti, vuoi più soldi investiti nel PGA Tour? Certo, penso sarebbe grandioso. E se questi giocatori sono disponibili a farlo e gettare via tutta questa cosa della LIV [sottinteso: sarebbe ideale]… […] Non voglio che abbiano il golf come stanno cercando di fare, ma se potessero venire e giovare lealmente nell’intero ecosistema, sarebbe una buona cosa“.

Foto: LaPresse

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