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Italia-Spagna, le chiavi tattiche della partita: come gli azzurri possono battere le Furie Rosse

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Federico Dimarco esulta con i compagni

Le fasce. Magari in un 3-5-2 con Dimarco da una parte e Di Lorenzo dall’altra sempre a riga, per allargare le maglie della Spagna e costringere i palleggiatori di De La Fuente – fortissimi nel controllare il gioco – a correrci dietro. Spompandosi minuto dopo minuto. Potrebbe essere questa la chiave tattica per mettere in difficoltà le Furie Rosse. E persino batterle, perché no. Gli azzurri hanno le qualità per riuscire nell’impresa. Bisogna solo crederci. Il secondo tempo con l’Inghilterra nelle qualificazioni ad Euro 2024 ha dimostrato che l’Italia di Roberto Mancini può giocarsela con tutti. Così come le tre finali raggiunte quest’anno dai club di Serie A nelle coppe europee. Non sono un caso. Non possono esserlo.

D’altronde l’Europeo 2021, vinto con merito, non è poi così distante. Circa 700 giorni fa – non un secolo – l’Italia riusciva a mettere in fila le migliori Nazionali del continente alzando per la seconda volta nella sua storia il titolo dopo il trionfo del 1968. Quella volta, ai tempi di capitan Facchetti, per battere l’URSS in semifinale c’era stato bisogno del lancio della monetina; due anni fa sono bastati i calci di rigore e un superbo Donnarumma, decisivo sia nel penultimo che nell’ultimo atto. Ora, però, l’impressione è che serva una sterzata. Un nuovo piano tattico per uscire da un equivoco che rischia di far smarrire la strada agli azzurri. 

La difesa a 3 e le fasce

La questione ruota tutta intorno a ciò che di meglio offre oggi il calcio italiano. Se è vero che siamo carenti nel ruolo di centravanti, dove da qualche anno non emergono talenti di livello mondiale – come successo in passato con i vari Gigi Riva, Christian Vieri, Filippo Inzaghi e Luca Toni, solo per citarne alcuni -, di contro abbiamo ottimi interpreti sia a centrocampo che negli esterni di difesa. Barella, Verratti e Pellegrini sono calciatori di grande qualità e in grado di fare la differenza, così come Dimarco, Spinazzola e Di Lorenzo. Lo stesso Cristante, già decisivo agli ultimi Europei, è cresciuto moltissimo diventando uomo chiave della Roma di Mourinho. E Frattesi ha dimostrato di essere un’ottima mezzala box to box: continuando così potrebbe aspirare a diventare un calciatore importante per l’Italia.

Per far rendere al meglio tutti loro, però, la difesa a 3 sembra la soluzione tattica più adatta. I tre esterni, giocando a tutta fascia, garantiscono qualità e quantità in entrambi le fasi di gioco. E darebbero modo all’Italia di avere costantemente la superiorità numerica in mezzo al campo contro quasi tutti gli avversari. Un fattore che contro la Spagna, che ama palleggiare e fa del possesso la sua arma migliore, potrebbe risultare determinante. Le Furie Rosse, infatti, amano dettare i ritmi del gioco. Vogliono decidere se e quando attaccare, così da evitare di mettere sotto pressione la propria retroguardia. Che spesso è più brava a offendere che a difendere. Ma come dice il buon Pep Guardiola: “Se domini nel possesso palla diventa difficile per l’avversario farti gol”. Innegabile.

Due punte “is mei che uan”

L’altro aspetto chiave riguarda l’attacco. Giocando con il 3-5-2, ancor più che con il 3-4-3, l’Italia si ritroverebbe con due punte vicine a ridosso dell’area di rigore. Ciro Immobile, nel 4-3-3 azzurro, si è spesso ritrovato isolato là davanti, finendo a fare sportellate da solo contro l’intera difesa avversaria. Un difetto insito nel modulo prediletto di Zeman, che emerge quando gli esterni faticano a saltare con costanza il proprio dirimpettaio nell’uno contro uno. Chiesa e Zaniolo da questo punto di vista potrebbero risultare utili ed efficienti. Ma avendo già a disposizione sulle fasce due stantuffi come Dimarco e Di Lorenzo, capaci sia di arrivare sul fondo per crossare che di sovrapporsi all’interno per tagliare a fette le difese avversarie, giocando a 5 l’Italia potrebbe presidiare l’area con due punte vere – Retegui o Immobile più Raspadori, oppure uno tra Chiesa e Zaniolo – finendo per attaccare con il 3-3-4 per poi difendersi con il 3-5-2.

Sterzare verso il 3-5-2 dovrebbe dunque garantire più pericolosità, favorendo gli interpreti migliori che offre oggi il nostro calcio. L’unico problema, contro la Spagna, sarebbe accettare l’uno contro uno in difesa. I tre prescelti di Mancini si ritroverebbero spesso contro il tridente di De La Fuente, che probabilmente sarà composto da Asensio, Dani Olmo e Morata. Tre gran brutti clienti per tutti, anche per i nostri azzurri. Ma se Darmian, Acerbi e Bastoni hanno fermato Haaland, Grealish e De Bruyne perché non dovrebbero fare lo stesso contro le Furie Rosse? L’importante, come abbiamo detto, è crederci. Solo così nello sport arrivano le vittorie. Anche quelle azzurre.

Foto: Lapresse

 

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