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La peggior Spagna degli ultimi 20 anni ha dominato l’Italia: la prova del declino dell’era Mancini

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La semifinale di ieri sera della Final Four di Nations League 2023, quella tra Italia e Spagna, ha assomigliato molto ad una sfida tra due nobili decadute. Sia ben chiaro, stiamo parlando degli Azzurri, campioni europei in carica e delle “Furie Rosse”, due nazionali che saranno sempre protagoniste a livello internazionale, e non solo per il nome o il blasone che portano. Certo è che la sfida di Enschede ha parlato in maniera chiara: da una lato la Roja appariva uno sbiadito ricordo della squadra che ha dominato il mondo fino ad una decina di anni fa, dall’altro lato la nostra formazione ha fatto ancora meno, confermando le difficoltà che la attanagliano ormai da tempo.

La partita è stata tutto sommato gradevole. Non certamente da passare alla storia, ma quantomeno l’inizio è stato vivace. Erroraccio immediato della difesa italiana e gol iberico. Quindi fallo di mano goffo della Spagna e pareggio su calcio di rigore di Immobile. Frattesi segna il 2-1, ma il VAR glielo annulla per fuorigioco. Dopo la mezzora del primo tempo il copione dell’incontro si fa chiaro: la Spagna tiene palla, noi proviamo a ripartire. Ci riusciamo con sempre meno frequenza con il passare del tempo e, di conseguenza, Morata e compagni prendono fiducia.

Una Spagna opaca, senza dubbio. Lontana parente di quella che, con il suo tiki taka, soffocava gli avversari e li puniva con le sortite di Iniesta oppure con le “zampate” del Niño Torres. No, in questo caso la Roja appariva più lenta e meno incisiva ma, con il passare del tempo, si trovava di fronte una rivale (l’Italia) che sbagliava un’uscita dopo l’altra, non era più in grado di ripartire e, a livello fisico, iniziava a imbarcare acqua da tutte le parti. La rete di Joselu a due minuti dal novantesimo è stata sicuramente casuale per come è arrivata (doppia deviazione su tiro di Rodri e tocco vincente della punta spagnola) ma non per il trend che aveva preso la sfida.

E, oggettivamente, tutto questo sottolinea in maniera chiara e limpida il momento della nostra Nazionale. Anche contro una versione riveduta e corretta delle “Furie Rosse”, non sembriamo in grado di poter loro tenere testa né, tantomeno, vincere. Che la partita di Enschede non sarebbe stata semplice lo si era capito sin dalla presentazione della distinta. Il commissario tecnico Roberto Mancini aveva scelto un 3-5-2 decisamente peculiare rispetto al suo classico 4-3-3, con Acerbi e Toloi ai lati di un Bonucci sempre più in difficoltà e ai limiti della presentabilità in campo. Infatti, dopo pochi secondi, il centrale anche della Juventus combina una notevole “frittata”, con la correità di Gigio Donnarumma, e spiana la strada alla rete del vantaggio della Spagna.

L’Italia, tuttavia, mette in mostra una buona reazione e fino alla mezzora gioca una prova di spessore. Da li in avanti, però, è tabula rasa o quasi. I problemi sono quelli di sempre. In avanti non c’è una punta che garantisca movimenti ideali per il gioco di Mancini e, soprattutto, segni con regolarità. A centrocampo la prestazione di Frattesi ha dato la sensazione della “boccata d’aria fresca di cui avevamo bisogno”, ma Jorginho e Verratti appaiono ormai a fine corsa in maglia azzurra. Sulle fasce Spinazzola (poi Dimarco) e Di Lorenzo hanno fatto il loro, ma nella ripresa non hanno mai avuto modo di innescare il duo composto da Chiesa e Zaniolo (che prime punte non sono), che sembrava del tutto fuori contesto per il match in questione.

La formazione azzurra avrebbe bisogno di un maggiore cambiamento. Continuare ancora ad ostinarsi sugli eroi di Euro 2021 rischia di diventare non solo controproducente (come si è visto nelle qualificazioni – fallite – a Qatar 2022) quanto autolesionistico. Questa Final Four poteva essere l’occasione giusta per fare qualche prova e esperimento in vista di settembre, quando ripartiranno le qualificazioni a Euro 2024. Allora non avremo modo di scherzare (contro Macedonia del Nord e Ucraina) e dovremo fare punti. Tanti. Con questa squadra, e queste filosofia, nulla è scontato. Purtroppo. Tenere testa a una pallida versione della Spagna, oppure arrivare in carrozza agli Europei. Quelli di cui siamo campioni in carica. Appena due anni fa. Sic transit gloria mundi…

Foto: LaPresse

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