Seguici su

Salto con gli sci

L’Area 51 del salto con gli sci. Noriaki Kasai, da oggi cinquantunenne, prepara l’ennesima stagione da atleta! Umano o alieno?

Pubblicato

il

Noriaki Kasai

Ormai non ci si può più nascondere dietro a un filo d’erba, come si dice in Veneto, per i pascoli alti della Lessinia. La dinamica è sotto gli occhi di tutti e non può più essere negata. Noriaki Kasai non è un essere umano, ma proviene da un altro mondo. Oggi il saltatore giapponese compie 51 anni e si sta preparando all’ennesima stagione di attività agonistica.

“I made a contact with another world. Another being from another planet” cantavano i Flock of Seagulls nella loro canzone “(It’s not me) talking” del 1981, nel cui video si inscenava il contatto tra l’esercito statunitense e una creatura extraterrestre dall’improbabile pettinatura in un’ambientazione tipicamente rurale da America degli anni ’40. Il videoclip strizzava l’occhio alla leggenda metropolitana generatasi attorno all’incidente di Roswell, verificatosi a inizio luglio 1947.

Secondo la stessa leggenda, rottami e superstiti dello schianto al suolo di un’astronave aliena vennero trasportati nella base dell’aeronautica militare denominata Area 51. Le teorie del complotto divergono riguardo la sorte dei presunti sopravvissuti, ma la verità è finalmente venuta a galla. Quella di cui si vocifera da tre quarti di secolo non è leggenda, è realtà. Gli alieni si sono integrati sulla Terra. Il figlio di alcuni di loro è formalmente stato fatto nascere in Giappone e poi si è dedicato al salto con gli sci.

Sport Invernali, il “Salto della fede” di Annika Sieff. Abbandona la combinata nordica per specializzarsi sul trampolino

Guardatelo bene, Noriaki Kasai. Un corpo esageratamente longilineo, un viso oblungo, due occhietti stretti e neri come la pece. Segnali evidenti di come, all’interno di quell’involucro apparentemente umano, si celi un extraterrestre in incognito. Oggi il nipponico spegne 51 candeline. La “sua” Area 51, appunto.

Esistono delle precise dinamiche biologiche dalle quali non si può evadere. Come può, la stessa persona, esordire in Coppa del Mondo nel 1988 e restarci fino al 2023? Come può essere competitiva per il podio dal 1992 al 2017 in barba a stravolgimenti relativi ai materiali, alle regole, alla tecnica, ai trampolini stessi? Come può il medesimo uomo essere sempre lì, mentre al suo fianco passano padri e figli (Roberto, Federico e Francesco Cecon; Jaroslav e Filip Sakala)? Semplice, non appartiene alla nostra stessa razza.

Diciamola tutta. Il connotato più clamoroso di Kasai non è tanto la sua longevità agonistica, quanto il fatto che abbia saputo “rimbalzare” a ripetizione dopo aver imboccato più volte la parabola discendente. C’è palesemente qualcosa di completamente diverso rispetto a tutti gli altri. Non si spiega altrimenti neppure la voglia matta di questo personaggio di continuare a volare, quasi come se avesse un richiamo atavico verso l’alto. Forse il pianeta d’origine dei genitori?

Non c’è niente di logico per gli standard umani. Lui, evidentemente, ne ha altri. A 51 anni appena suonati è ancora lì ad allenarsi e a fare sacrifici per gareggiare nel circuito interno della terra del Sol Levante, non disdegnando certo di essere convocato la Coppa del Mondo se dovesse capitare l’occasione (come a gennaio).

Peraltro, bisogna sempre tenere a mente un fatto. Se si parla di sport, ma di baseball, l’Area 51 è il soprannome dato al lato destro del Safeco Field, “casa” dei Seattle Mariners. Perché in quella zona del campo Ichiro Suzuki, che giocava con il numero 51, non faceva cadere una palla ed era un difensore formidabile. Ma guarda un po’… Giapponese, come Kasai. Dalla longevità incredibile (si è ritirato a 46 anni), come Kasai. Insomma, è ovvio come un’ondata di discendenti degli alieni precipitati a Roswell sia nata a inizio anni ’70 e si sia mischiata a noi, comuni mortali, mascherandosi con identità di comodo create in Giappone.

Si scherza, sia chiaro. Ogni tanto vale la pena anche di essere un po’ frivoli, soprattutto se si è fuori stagione e si deve celebrare un anniversario come quello di nascita di uno degli atleti più ammirevoli nella storia degli sport invernali. Per passione, dedizione e motivazione. Non è alieno, è umano Noriaki Kasai. Un umano eccezionale, che festeggia oggi 51 anni e si appresta a vivere l’ennesima stagione in attività. Il suo segreto? Ha un ritratto nascosto nel solaio che sta invecchiando malissimo. Ma questa, è un’altra storia…

Foto: La Presse

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità