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Mancini e l’errore di Lippi: la riconoscenza. Il centrocampo con Verratti-Jorginho è ancora una soluzione vincente?

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Italia-Spagna è la chiusura di un cerchio. Poco più di un anno e mezzo fa, nell’ottobre 2021, le due compagini si sfidarono nella semifinale della Nations League, a poco tempo da quel trionfo europeo tinto d’azzurro che esaltò tutto il nostro movimento. Quel 2-1 in favore delle Furie Rosse iniziò ad incrinare le certezze della squadra di Roberto Mancini, che venti mesi dopo si ritrova con un morale tutto da ricostruire, passando per un’altra mancata qualificazione Mondiale, qualche pesante sconfitta e dubbi sul sistema di gioco, con quel magico 4-3-3 che pare non funzionare più.

Tornando al fallimento iridato e a quel pesante ko con la Macedonia, in cui gli azzurri erano terrorizzati dalla paura di fallire nuovamente, in molti puntarono il dito su un fattore tutto italiano: la troppa riconoscenza verso coloro che ci avevano fatto sognare pochi mesi prima. Lo si è visto spesso nella nostra storia: fu un errore di Marcello Lippi ai Mondiali 2010, quando si basò molto sull’ossatura dei Campioni del Mondo di quattro anni prima beccando una bruciante eliminazione al primo turno, come anche Enzo Bearzot nel 1986.

Innegabile che Mancini non stia provando nuovamente a cambiare le carte in tavola, ma c’è un settore di campo che al momento pare cristallizzato rispetto a due anni fa: il centrocampo. Se due estati fa il trittico Barella-Verratti-Jorginho sembrava il più assortito d’Europa, adesso sembra meno muscolare e stanco, almeno in due esponenti su tre. 

Se il centrocampista dell’Inter è da intendersi ormai come uno dei migliori box to box del calcio continentale, non si può più dire lo stesso degli altri due interpreti. Jorginho ha perso un po’ di passo negli ultimi due anni, le sue letture sembrano meno illuminanti rispetto al passato e a gennaio ha detto addio al Chelsea, passando all’Arsenal dove ha ricoperto un ruolo un po’ meno rilevante all’ombra di Granit Xhaka. Per Verratti invece sembra essersi spezzato l’amore con il Paris Saint-Germain che dura da dieci anni. I tifosi transalpini hanno iniziato anche a contestarlo negli scorsi mesi, vedendo anche in lui una flessione pesante delle sue prestazioni e additato come ‘sovrappeso’.

Ma al momento, entrambi figurano ancora come titolari inamovibili dello scacchiere di Roberto Mancini. Per lui i due sono ancora molto meritevoli di fiducia, nonostante dietro di loro ci sono giocatori che spingono: da Sandro Tonali (dirottato con l’Under21) a Manuel Locatelli (nemmeno convocato). Prima o poi dovrà arrivare la loro occasione, per scavalcare due giocatori che a fine 2023 avranno 32 e 31 anni. E che, in fondo, non hanno impressionato nemmeno nelle ultime uscite…

Foto: LaPresse

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