Seguici su

Rubriche

‘Maurizio racconta…’: Mancini persevera negli errori. Con la Spagna è mancato il coraggio

Pubblicato

il

Roberto Mancini

I VOTI DELLA SETTIMANA

Voto alla settimana per l’Italia: 7
Atleta della settimana (uomo): Davide Di Veroli (scherma)
Atleta della settimana (donna): Assunta Scutto (judo)

Scherma, judo, canottaggio e arco sugli scudi questa settimana appena conclusa, ma anche le “scoppole” prese dal calcio e dal basket femminile. La scherma ha stabilito un record difficilmente eguagliabile: 10 podi unicamente dalle gare individuali (quelle a squadre spostate nel programma dei Giochi Europei) mai li avevamo conquistati in un campionato europeo. 3 ori, 3 argenti e 4 bronzi sono il bilancio finale, di cui ben 4 metalli dalle ragazze del fioretto che sono state devastanti. Ma è lo spadista Davide Di Veroli il mio eletto della settimana al maschile, per come ha saputo confermarsi dopo gli exploit in Coppa del Mondo. Straordinario. Gli altri ori sono arrivati da Martina Batini e Filippo Macchi nel fioretto.
Al femminile, la palma di migliore della settimana gliela concedo ad Assunta Scutto. La judoka napoletana, ormai stabile tra le prime tre del ranking mondiale nei -48, annichilisce tutte le avversarie dimostrando che per Parigi 2024 anche lei sarà tra le candidate per il gradino più alto del podio.
Indiscutibilmente, la scelta di Odette Giuffrida e Mauro Nespoli come portabandiera azzurri della terza edizione dei Giochi Europei che prenderanno il via il 21 giugno a Cracovia ha portato bene ad entrambi: la prima domina nei 52 kg del Grand Slam di Astana, mentre il secondo compie una vera impresa andando a vincere la terza tappa di World Cup a Medellin, con annesso pass per le finali di settembre in Messico. Il 35enne azzurro ha superato ai quarti il campione olimpico Gazoz, in semifinale il n.3 del mondo Brady Ellisson e in finale addirittura il coreano Kim Je Deok. Ora però dobbiamo migliorare anche nei tornei a squadre, perché per il ranking olimpico si fa sempre più dura.
La tappa di Varese – nella World Cup di canottaggio – ci ha detto che siamo potenzialmente da medaglia a Cinque Cerchi in tre specialità della coppia maschile (quattro di coppia, doppio assoluto e leggero), aspettando che la punta possa recuperare pienamente Lodo e Vicino. Non ho paura ad affermare che, senza intoppi fisici, il loro due senza sarebbe da oro in Francia.
Nel Motomondiale abbiamo contenuto i danni sia in MotoGP che in Moto2: sul circuito del Saschsenring Pecco Bagnaia e Tony Arbolino, con due secondi posti nella gara lunga della domenica, hanno mantenuto la leadership nelle rispettive classifiche iridate. Nell’atletica continuano le ottime performance dei nostri talenti, specialmente gli ostacolisti Lorenzo Simonelli (13.40) ed Elena Carraro (12.89) che firmano i quarti tempi di sempre in Italia nella specialità. Simonelli timbra anche un 13.29 ventoso di poco: dal mio punto di vista, il 21enne laziale è pronto per un tempo di caratura mondiale entro la fine del 2023.
Nel ciclismo, funestato dalla tragica notizia della morte dello svizzero Gino Mäder, da segnalare la vittoria della classifica finale del Giro di Slovenia da parte di Filippo Zana. Nel golf, continua la marcia vincente degli azzurri nel circuito Challenge Tour, con il terzo successo negli ultimi quattro eventi (oltre ad un secondo posto): se non è un record poco ci manca. Il protagonista questo weekend è stato Lorenzo Scalise, che ha trionfato con 272 (64 68 70 70, -12) colpi nel Kaskáda Golf Challenge di Brno nella Repubblica Ceca.
Infine, negli sport di squadra, oltre al terzo posto finale degli azzurri del calcio in Nations League, abbiamo assistito all’ennesimo fallimento della nazionale femminile di basket: per un altro quadriennio dovremo dire addio ai Giochi Olimpici con una generazione che sembrava quella giusta per riuscirci. Zandalasini, che doveva essere la leader di questo team, sembra addirittura regredita rispetto a qualche anno fa. Positiva invece la reazione di entrambe le nazionali di volley in VNL, soprattutto con le donne capaci addirittura di superare in rimonta le cinesi (a casa loro) e rientrare in corsa per le finali.

MANCINI POCO CORAGGIOSO

Tutti vogliamo una spiegazione. Il commissario tecnico Roberto Mancini ci deve spiegare il perché della formazione scelta per la semifinale della Nations League contro le Furie Rosse spagnole. Perché schierare Leo Bonucci come centrale titolare quando ha solo disputato 16 incontri in Serie A in questa stagione e non reggeva il ritmo fisico e mentale che tale partita richiedeva? Con quella folle giocata ha compromesso il match sin dall’inizio e contro certe rivali non puoi permetterti queste leggerezze. Questo anche alla luce dei ricambi che avevamo in rosa, come il caso di Buongiorno che ha avuto un ottimo esordio contro i Paesi Bassi. Perché insistere con Jorginho playmaker? Perché l’ingresso di Chiesa al posto di Immobile, rimanendo nel secondo tempo senza attaccante di ruolo con il conseguente abbassamento del baricentro? Perché Spinazzola titolare e non partire con Dimarco, onestamente superiore in questo momento? L’impressione che mi ha lasciato la partita con gli iberici è che il ct jesino abbia voluto premiare i titolari dell’Europeo vinto nel 2021, ormai lontanissimo dalla realtà attuale. Anche alla luce di quanto visto nella finale per il terzo posto, giocata in modo esemplare dai “rincalzi”. Fa male perdere così, contro la Spagna più scarsa degli ultimi 20 anni (affermazione data anche dai media iberici). E un’altra finale vola via, l’ennesima di questo maledetto giugno 2023. Mancini, ci voleva più coraggio…

Maurizio Contino

LE PUNTATE PRECEDENTI DI ‘MAURIZIO RACCONTA…’

Foto: Lapresse

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità