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MotoGP, Francesco Bagnaia riaccende la passione! Tripudio rosso al Mugello: un nuovo idolo dopo Valentino Rossi?

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La vittoria più bella di Francesco Bagnaia al Mugello non è stata quella conquistata in pista, bensì il fatto di aver riacceso la passione per il Motociclismo dopo la scialba edizione 2022 del GP d’Italia. Il Gran Premio 2023 ha viceversa rappresentato ciò che l’appuntamento toscano dovrebbe rappresentare, ovverosia un’autentica festa popolare. Si è rivisto, insomma, quell’entusiasmo mancato dodici mesi orsono.

La domanda, a questo punto, sorge spontanea. Può Pecco rappresentare un nuovo traino per la MotoGP in Italia? Partiamo da un presupposto, il nostro Paese in ambito sportivo è esattamente come Los Angeles nel sequel del film “Fuga da New York”. “È una città che ama i vincenti”, dice Steve Buscemi quando il pubblico cambia improvvisamente parte nella surreale partita di basket in cui Snake Plissken deve marcare 10 punti in un ridotto lasso di tempo.

Ebbene, Bagnaia non deve convincere nessuno a cambiare partito. Però ha un problema. Quello che aveva anche chi a Las Vegas era costretto a salire sul palco dopo Frank Sinatra. Se si canta dopo un fuoriclasse di quel calibro, il confronto viene perso. Allo stesso modo, Pecco viene dopo Valentino Rossi, ovvero il personaggio più mediatico che sia mai stato espresso dal Motomondiale e una delle figure più prominenti a livello di popolarità nella storia del Motorsport.

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Sarà impossibile che la MotoGP riacquisti la popolarità avuta quando il Dottore era al suo apogeo. Ancora oggi si vedono gadget con il numero 46. Indice della nazionalpopolarità di Valentino. D’altronde il fenomeno di Tavullia ha saputo andare oltre la propria dimensione sportiva, divenendo un personaggio a tutto tondo. Come? Grazie alla sua strabordante personalità, al suo carisma, alle sue naturali spigliatezza e sfrontatezza.

Bagnaia non ha la stessa personalità, ma non è necessariamente un male. L’importante sarà riuscire a essere Pecco, senza cercare di imitare chi è venuto prima (ci provò Jorge Lorenzo, con risultati patetici). Giacomo Agostini è diventato un’icona e un mito grazie alle sue vittorie. Max Biaggi ha saputo essere oltremodo popolare anche prima di diventare “l’antagonista di Rossi”, ruolo che per la verità ne sminuisce la grandezza, ma con il quale purtroppo è passato alla storia più di quanto non abbia fatto grazie ai trionfi in 250cc. Né l’uno né l’altro erano Valentino, ma sono stati popolarissimi (il romano è poi diventato “il cattivo”, ma questo è un altro discorso).

Insomma, il piemontese oggi ha dimostrato di poter rappresentare un bel carburante per tenere viva la fiamma della passione in Italia. Non sarà il Dottore, ma verosimilmente non lo sarà mai più nessuno. Poco importa. Dove non arriva il carisma, possono arrivare le vittorie in serie. Il primo o lo si ha o non lo si ha. Non si costruisce. Le affermazioni, viceversa, si conquistano. Come accaduto oggi.

Foto: LiveMedia/Valerio Origo

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