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MotoGP, i precedenti di Francesco Bagnaia ad Assen. Pecco è fra i “Magnifici sette” nella Cattedrale olandese

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Domenica si corre ad Assen, un tracciato con il quale Francesco Bagnaia ha un rapporto eccellente sin dalle classi formative. Nel corso degli anni, il rendimento del piemontese nell’Università della moto ha peraltro assunto i medesimi contorni della sua tabella di marcia in tempi recenti. Le mezze misure non esistono. In Olanda, Pecco o vince, oppure non si piazza fra i primi cinque!

I successi sono complessivamente 3. Il primo, artigliato in Moto3 nel 2016, è particolarmente significativo, essendo stato il primo della carriera nel Motomondiale. Bagnaia, all’epoca teenager, si impose in volata, passando sul traguardo 18 millesimi prima Andrea Migno (poi penalizzato) e 21 millesimi prima Fabio Di Giannantonio! Fu, quella, anche la prima affermazione del marchio indiano Mahindra.

Ben più tranquilla la vittoria del 2018 in Moto2, quando il piemontese condusse la gara dall’inizio alla fine. L’unico avversario in grado di impensierirlo fu Lorenzo Baldassarri, che però accusò una foratura nei giri conclusivi, dovendo lasciare la piazza d’onore a Fabio Quartararo e spalancando le porte del podio ad Alex Marquez.

https://www.oasport.it/2023/06/motogp-per-francesco-bagnaia-scatta-la-mission-impossible-realizzare-il-back-to-back-ad-assen/

Infine, c’è stato il trionfo in MotoGP del 2022, anche questo significativo perché inaugurò la rimonta poi culminata con la conquista del titolo a novembre. Pecco lo scorso anno non ebbe rivali, gestì la gara a piacimento e fu bravo a non disunirsi quando cominciò a cadere qualche goccia di pioggia.

Dunque tre successi in tre classi differenti, compresa quella regina. Non sono in tanti a esserci riusciti ad Assen. Anzi, Bagnaia appartiene a uno sparuto gruppo di sette uomini composto anche da Jim Redman, Mike Hailwood, Phil Read, Valentino Rossi, Jorge Lorenzo e Marc Marquez. Il prossimo obiettivo è quello di ripetersi in MotoGP, un traguardo ambizioso, di cui si è già parlato nella monografia dedicata.

Foto: Valerio Origo

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