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MotoGP, l’effetto Ducati tornerà a riempire il Mugello? Verso una crescita dopo il crollo biglietti del 2022?
L’edizione 2022 del Gran Premio d’Italia del Motomondiale non è purtroppo entrata negli annali per il trionfo di Francesco Bagnaia, bensì per il crollo della platea. Impossibile utilizzare un termine differente, perché i dati parlano chiaro. Lo scorso anno si sono registrate meno di 75.000 presenze, a fronte delle 150.000 del 2018. Nell’arco di quattro anni, il pubblico si è dimezzato.
Cos’è accaduto nel mezzo? Innanzitutto la pandemia, che nel 2022 poteva ancora condizionare in negativo la voglia di gettarsi in ampi assembramenti di persone. È tuttavia una dinamica secondaria rispetto al fatto che Valentino Rossi abbia appeso il casco al chiodo. Sappiamo bene quanto il Dottore fosse un catalizzatore d’attenzione attorno alla MotoGP. In tanti si sono completamente disinteressati delle corse motociclistiche nel momento in cui è uscito di scena il fuoriclasse di Tavullia.
D’altronde, piloti del suo carisma in Italia proprio non ce ne sono. Anzi, diciamo pure che un profilo del genere sul piano mediatico è verosimilmente irripetibile. Non era solo una questione di essere vincente, bensì l’abilità di intrattenere, di essere amato dai più e odiato dalla minoranza. Valentino non poteva lasciare indifferenti. Insomma, quel genere di sportivo capace di andare oltre la sua dimensione, diventando un personaggio nazionalpopolare.
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Corre ancora in auto, il Dottore. Avrebbe potuto fare altro nella vita, dedicarsi allo show business per esempio, o entrare in politica. Figuriamoci se uno così non sarebbe stato in grado di diventare un presentatore televisivo, oppure raccogliere consensi con la sua dialettica. C’è ancora tempo e modo per farlo, volendo. Ha “solo” 44 anni, che saranno troppi per essere competitivi in MotoGP, ma rappresentano l’apice della vita.
Il punto, però, è proprio questo. Il Motomondiale ha perso Rossi e si tratta di un’assenza pesantissima, soprattutto nel nostro Paese, dove il pubblico generalista è attirato dallo sport solo se è radicato nella cultura popolare (ma vale esclusivamente per il calcio), oppure se c’è un personaggio carismatico e vincente come Valentino. In passato qualcosa del genere lo si è visto con Alberto Tomba e Marco Pantani. Sci e ciclismo non hanno più toccato certi picchi di popolarità.
Però, ora come ora, l’Italia in MotoGP raccoglie a piene mani. Bagnaia è il Campione del Mondo in carica, Marco Bezzecchi è la rivelazione della stagione e, soprattutto, un marchio italiano domina la scena. Viviamo l’epoca della supremazia Ducati. Basterà questo a invertire la tendenza negativa e tornare a generare un po’ di entusiasmo attorno all’appuntamento del Mugello? La risposta arriverà nei prossimi giorni, quando saranno comunicati i dati ufficiali. Sarebbe un bel segnale per una categoria motoristica che, in questo momento, regala molto più lustro al nostro Paese di quanto non facciano altre aziende in altri ambiti iridati, magari con il doppio delle ruote.
Foto: MotoGPpress.com