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MotoGP
MotoGP, Luigi Dall’Igna: “Marco Bezzecchi merita una Ducati ufficiale, ma bisognerà accettare dei compromessi”
“Io credo che Marco (Bezzecchi, nda) si meriti sicuramente una moto ufficiale. Poi chiaramente stiamo ragionando con tutti gli attori in campo per cercare di trovare la miglior soluzione possibile. Ducati è una famiglia, ci deve essere un senso di rispetto e anche di riconoscenza verso chi ha fatto tutto il lavoro che sta alle spalle per portare un pilota a esprimersi a così alti livelli. Poi, è chiaro, bisognerà accettare qualche compromesso. Stiamo valutando qual è la miglior soluzione. Restiamo aperti a fare tutte le valutazioni del caso”.
Parole pronunciate da Luigi Dall’Igna, direttore generale Ducati, ai microfoni di Sky Sport MotoGP al termine della gara di Assen disputata ieri pomeriggio. Si tratta di una dichiarazione alquanto significativa, poiché conferma come si stia lavorando per mettere Bezzecchi su una Desmosedici GP24. Non potrebbe essere altrimenti, visto il rendimento del ventiquattrenne riminese, attualmente terzo nel Mondiale con due Gran Premi vinti al suo attivo. Il nodo da sciogliere, però, è con quali colori correrà il pilota romagnolo.
Il Bez è ormai dal 2020 un punto fermo della struttura che fa riferimento a Valentino Rossi. Prima in Moto2 e poi, appunto, in MotoGP. Nelle scorse settimane il team manager Alessio Salucci aveva fatto intendere come, a suo modo di vedere, la soluzione ideale sarebbe quella di affidare una moto ufficiale a Bezzecchi, trattenendolo in VR46. Il “problema” è che in questo modo si genererebbe uno scompenso.
Se Ducati accettasse questa soluzione, dovrebbe affrontare il 2024 con cinque moto ufficiali, aumentando quindi il proprio impegno. Si tornerebbe alla situazione del 2022, quando era Luca Marini a beneficiare di un mezzo analogo a quello del Factory Team e di Pramac. Però, non a caso si è optato per fare un passo indietro e razionalizzare le risorse 2023. Una quinta GP24 sarebbe un investimento tecnico ed economico rilevante sia per l’azienda di Borgo Panigale, che (soprattutto) per Mooney VR46.
Per Ducati l’ideale sarebbe invece spostare Bezzecchi in Pramac a fianco di Jorge Martìn, con buona pace di Johann Zarco, il quale dovrebbe farsi da parte. D’altronde Ubi maior, minor cessat. Il veterano francese potrebbe a quel punto essere paracadutato in Gresini al posto di Fabio Di Giannantonio. Il problema, però, è che così facendo si priverebbe il Team Mooney VR46 della propria punta di diamante. Non certo un esito in linea con la “riconoscenza” e il “rispetto” di cui ha parlato Dall’Igna nel sottolineare implicitamente i meriti di chi ha saputo far maturare il riminese.
Però il direttore generale ha aggiunto una postilla alle sue dichiarazioni. “Il professionista è sempre un uomo. Se si trova bene con certe persone è giusto provare a lasciargliele. Questa è la filosofia che adottiamo da molti anni. Se si guarda ai nostri box, si noterà come alcuni tecnici vengano spostati da un team all’altro proprio per seguire il pilota”.
Insomma, una serie di dichiarazioni volutamente sibilline che fanno capire quanto sia delicata e intricata la situazione. La parola chiave è, ovviamente, “compromesso”. Questo dovrà essere raggiunto incrociando gli interessi di tanti attori. L’azienda Ducati, due (se non tre) strutture private a essa associata e almeno due piloti.
La pausa estiva potrebbe essere il momento propizio per sciogliere ogni nodo e organizzare al meglio le forze in vista del 2024, in maniera tale da non tirarla alla lunga con la “Telenovela Bastianini-Martìn” del 2022, che alla fine non ha fatto bene né all’uno, né all’altro.
Foto: MotoGPpress.com