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MotoGP, terzo secondo posto di fila per Francesco Bagnaia. Anche così si vincono i Mondiali

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Francesco Bagnaia ha chiuso alla piazza d’onore la Sprint di Assen, inchinandosi solamente a Marco Bezzecchi. Pecco è passato per secondo sotto una bandiera a scacchi per la terza volta di fila. Difatti, la dinamica si era verificata sia nella gara dimezzata che nel Gran Premio vero e proprio al Sachsenring. La buona, anzi, ottima notizia, è rappresentata dal fatto di essere stato preceduto da un avversario differente.

Come sappiamo, in Germania l’intoccabile era Jorge Martìn. Viceversa, oggi l’iberico non è andato oltre il sesto posto. Peraltro, i prodromi in vista della “competizione lunga” di domani non sono certo incoraggianti per il madrileno che dovrà nuovamente scattare dalla nona casella. Viceversa, in Sassonia aveva sofferto Bezzecchi (settimo al sabato, quarto la domenica).

Dunque, nell’arco di questo ridotto arco temporale, per Bagnaia vittorie zero, ma punti 38. Martìn, pur con un successo vero e uno ristretto, ne ha marcati 41 (con il serio rischio di finire “sotto” tra poco meno di ventiquattro ore), mentre Bezzecchi ne assomma 28 con un’affermazione liofilizzata. Finalmente si (ri)vede il Pecco di fine 2022, quello capace di piazzarsi, senza tenere il rendimento da “o tutto o niente” che ha caratterizzato l’inizio di 2023.

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Bene così, dunque, i Mondiali si vincono ragionando (anche) in termini di “meglio l’uovo oggi della gallina domani”, soprattutto se c’è qualcuno di superiore nella giornata secca. La vera forza dell’attuale Bagnaia è quella di poter essere costantemente al vertice, senza incappare nelle marcate oscillazioni di rendimento da cui sono caratterizzati sia Martintor che il Bez. Il discorso, per la verità, riguarda molti altri. Guardare oltralpe per credere, con Fabio Quartararo e Johann Zarco a essersi scambiati di ruolo nel giro di una settimana.

Pecco, dalla sua, può far leva sulla solidità. È l’unico a poterselo permettere. Una qualità non da poco nell’attuale MotoGP dominata dall’aleatorietà. Magari non gli piacerà arrivare secondo, ma così facendo non ci saranno dubbi su chi vincerà ciò che più conta. L’Iride. Come scritto più volte, alla luce di questa forza, al piemontese è “sufficiente” non cadere per correre con il numero 1 sulla carena anche nel 2024.

Foto: MotoGPpress.com

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