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MotoGP, un dualismo fra ‘Pecco’ Bagnaia e Jorge Martin può riaccendere l’interesse anche fra gli spettatori generalisti?

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Jorge Martin Francesco Bagnaia

Sono due i modi in cui uno sport guadagna popolarità al di fuori del proprio zoccolo duro. Tramite i “personaggi” o attraverso le “rivalità”. Se poi, puta caso, il dualismo lo generano due uomini dotati a loro modo di carisma, allora si ha il perfetto catalizzatore d’attenzione. È stato così anche per il Motomondiale, che ha vissuto i periodi di maggior interesse proprio quando non mancavano i duelli all’arma bianca.

Affinché si possa generare una situazione del genere è però necessaria la reiterazione delle sfide. Serve una sequenza di battaglie fra gli stessi uomini, che possa permettere di dare seguito al tema, in maniera tale da alimentarlo e creare un’incognita ulteriore rispetto al mero risultato. “Chissà come andrà oggi fra Pinco e Pallino?” rappresenta il cosiddetto hype di cui ogni sport necessita per uscire dal contesto prettamente agonistico.

Ultimamente, la MotoGP è priva di tale filone. Fino a quando si avevano a disposizione Valentino Rossi, Jorge Lorenzo, Casey Stoner e Marc Marquez (quello vero, non il suo attuale fantasma) le scintille non mancavano. Fuoriclasse in grado di sfidarsi sotto ogni aspetto. Di questi è poi rimasto solo l’ultimo, il quale ha instaurato una tirannia abbattuta prima dagli infortuni e poi dalla crisi Honda.

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Dopodiché, il nulla. Nessuno ha saputo riempire il vuoto mediatico lasciato da chi ha preceduto l’attuale generazione. Ieri, però, si è visto qualcosa che non si vedeva da tempo. Un corpo a corpo in pista tra due piloti dotati della stessa moto a una sola settimana di distanza da quello inscenato nel GP d’Italia. Mentre Francesco Bagnaia e Jorge Martin sfrecciavano ruota a ruota fra le infinite pieghe a sinistra del Sachsenring, la tensione si tagliava con il coltello. C’è stato anche un lieve contatto fra i due, fortunatamente senza conseguenze.

La domanda è se fra Pecco e Martinator possa nascere quella rivalità di cui la MotoGP necessiterebbe per rilanciarsi definitivamente dopo la crisi in cui è sprofondata in tempi recenti e dalla quale ora sta faticosamente uscendo. Il confronto fra l’italiano e lo spagnolo non deve essere necessariamente umano, può essere solo sportivo. Come lo è stato ieri, quando per la seconda volta nell’arco di otto giorni si sono dati battaglia sul filo del rasoio.

Tutti i potenziali dualismi degli ultimi anni sono sorti e tramontati con la rapidità del Sole su Giove. Vuoi per infortuni, vuoi per crisi tecniche delle moto pilotate da chi avrebbe potuto esserne protagonista. Bagnaia e Martin hanno invece il medesimo mezzo meccanico (indipendentemente dal team, le Desmosedici di Pecco e Jorge sono identiche), dinamica grazie alla quale si può sperare di vedere il testa a testa proseguire a lungo.

Dopo il Mugello e il Sachsenring, assisteremo al completamento della trilogia di giugno ad Assen? La speranza è quella, in maniera tale da ravvivare viepiù il fuoco della passione. Non nel camino dello zoccolo duro, quello non si spegne mai, bensì nell’antro del più indolente pubblico generalista.

Foto: MotoGPpress.com

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